Ciò che una stampa attenta e obiettiva avrebbe dovuto riconoscere molto tempo prima è ora ufficiale. Quattro quotidiani nazionali, Il Corriere della Sera, Il Foglio, L’Avvenire e Linkiesta, hanno preso atto, con diverse sfumature, che Lyndon LaRouche fu il primo a promuovere, oltre due decenni fa, quella che poi è diventata la “Nuova Via della Seta”.

C’è voluta un’intervista dell’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha dichiarato in un’intervista per il Corriere, alla vigilia del convegno di MoviSol a Milano, che la Nuova Via della Seta “è un progetto che risale alla metà degli anni Novanta, del visionario americano Lindon LaRouche (sic), che la vedeva come salvezza dell’umanità”.

La dichiarazione dell’ex Ministro e attuale presidente dell’Aspen Italia stabilisce una verità che i mainstream media non hanno potuto ignorare. Così, dopo il Corriere, Avvenire e Linkiesta, nei loro resoconti sul convegno di MoviSol e Regione Lombardia, pur da posizioni critiche (Avvenire), hanno dovuto ammettere la paternità larouchiana dell’idea.

Chi non l’ha potuta digerire è stato il giornalista Luciano Caputo de Il Foglio, che si descrive come “liberista sfrenato, a volte selvaggio”; egli ha preso in prestito la solita lista di calunnie su LaRouche, da estremista ad “antisemita”, per accusare Tremonti di “fantapolitica”.

Chiamato in causa, Tremonti ha risposto dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Egli ha confermato quanto aveva detto al Corriere, smentendo giustamente di non aver mai detto che Xi Jinping abbia copiato da LaRouche. “Che la Cina sia arrivata per conto suo a quel progetto è piuttosto ovvio, che sia stata ispirata da LaRouche non l’ho detto, è solo un falso ‘giornalistico’”, scrive Tremonti, il quale però pare sentire comunque il bisogno di prendere in qualche modo le distanze da LaRouche. “Ho sempre pensato e dichiarato che LaRouche mi sembrava ‘matto’, ma a volte le idee – giuste o sbagliate che siano – camminano anche sulle loro gambe”, scrive, riprendendo una frase ad effetto che pronunciò in un dibattito pubblico con LaRouche a Roma nel 2007, in ben altro contesto però: mentre allora ebbe parole di apprezzamento per le proposte larouchiane di integrare l’Eurasia per mezzo di grandi infrastrutture (vedi la videoregistrazione e le trascrizioni degli interventi:

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oggi l’ex Ministro considera la Via della Seta un rischio e giunge persino a scongiurare la firma del MoU senza consenso dell’UE. Spiace anche di vederlo consigliare la lettura di un necrologio calunnioso di LaRouche pubblicato dal New York Times.