Nelle ultime settimane sono aumentate enormemente le pressioni per desecretare le famose ventotto pagine sul ruolo saudita nell’11 settembre. Alla vigilia della visita del Presidente Obama a Riad di ieri, 20 aprile, sono venute allo scoperto molte voci autorevoli che sfidano la stretta alleanza tra Stati Uniti e Arabia Saudita, che è tra i finanziatori del terrorismo islamico in tutto il mondo.

Eppure la Casa Bianca ha continuato a indicare la propria intenzione di bloccare i tentativi di pubblicare le ventotto pagine del Rapporto di Inchiesta del Congresso. Un portavoce dell’Amministrazione ha dichiarato che verrà “esaminata” la questione, confermando l’intento di Obama di rinviare una decisione a quando lascerà la Casa Bianca.

Le nuove pressioni sono iniziate con un resoconto bomba il 9 aprile della trasmissione “60 Minutes” della rete televisiva CBS, che denunciava l’insabbiamento del ruolo saudita negli attacchi terroristici dal 2001 sia da parte di Bush sia di Obama. Il documentario, pronto da mesi, è andato in onda alla vigilia del viaggio di Obama a Riad.

Negli ultimi giorni l’ex senatore Bob Graham, che era co-presidente della Commissione di Inchiesta del Congresso sull’11 settembre, è stato intervistato più volte ribadendo la sua richiesta che vengano tolti gli omissis. Da anni, Graham ripete che il segreto sulle ventotto pagine non ha senso, in quanto dà ai sauditi il “via libera” per continuare a sostenere i jihadisti in tutto il mondo. È memorabile la sua conferenza stampa, tenuta insieme al LaRouchePAC e a numerosi altri congressisti, poche ore dopo l’attacco a Charlie Hebdo a Parigi, in cui affermò che se fosse stato denunciato il ruolo saudita nell’11 settembre, la strage di Parigi sarebbe stata evitata.

Tra gli intervistati nel programma “60 Minutes” c’era la senatrice di New York Kirsten Gillebrand, che ha dichiarato che Obama dovrebbe desecretare le ventotto pagine prima di recarsi in Arabia Saudita. La Gillebrand ha rimarcato che i suoi elettori, che includono molti familiari delle vittime dell’11 settembre, hanno il diritto di conoscere il ruolo svolto dai sauditi in quegli attentati. Anche la leader della minoranza democratica alla Camera Nancy Pelosi ha chiesto la pubblicazione delle ventotto pagine.

Un’altra brutta notizia per i sauditi è un disegno di legge presentato dai senatori Chris Murphy (democratico) e Rand Paul (repubblicano), che chiedono di tagliare gran parte delle vendite di armi all’Arabia Saudita, anche a causa dei sanguinosi bombardamenti in Yemen.

Murphy ha dichiarato a Defense News di essere “sempre più preoccupato che la campagna guidata dai sauditi contro lo Yemen non risponda agli interessi di sicurezza americani. Mi sento dire regolarmente, dallo Yemen, che questa viene vista come una campagna americana. Essa sta creando chiaramente più, e non meno, spazio per i gruppi estremistici, e penso che bisogni alzare l’asticella per decidere se mandare rifornimenti di munizioni.” Il tema affrontato da Murphy riguarda tutti i Paesi del Golfo, ma nel novembre scorso l’Amministrazione Obama autorizzò la vendita ai sauditi di diecimila missili aria-terra, per un valore di 1,29 miliardi di dollari.