Secondo il Telegraph dell’8 gennaio, un informatore sotto copertura e di casa nella moschea di Finsbury Park (Londra), ha descritto l’attacco a Charlie Hebdo come “l’eredità di Abu Hamza”, il celebre predicatore wahabita di quella moschea tristemente famosa.


 

Alla fine degli anni Novanta Londra era la base per eccellenza del terrorismo internazionale, a tal punto che i servizi segreti francesi le diedero un soprannome, quello di “Londonistan”. Il luogo più simbolico di Londonistan era proprio la moschea di Finsbury Park. Estradato negli Stati Uniti, Hamza fu accusato l’anno scorso di atti di terrorismo, e oggi [9 gennaio] deve essere processato a New York.


 

Jamel Beghal

Nella sua inchiesta su Sciarif Kuasci (شریف کواشی | fr. Charif Kouachi), uno degli attentatori a Charlie Hebdo, Le Monde rivela che durante la sua detenzione a Fleury-Mérogis (Francia) tra il gennaio 2005 e l’ottobre 2006, Kuasci fece la conoscenza di colui che sarebbe divenuto il suo mentore: Jamel Beghal, discepolo diretto – a sua volta – di Abu Hamza, da lui frequentato quando risiedeva a Londra.


 

Beghal viene descritto come una “presenza costante” nella moschea di Finsbury Park alla fine degli anni Novanta, quando ricopriva il ruolo di centrale di reclutamento jihadista. Beghal è noto anche come un uomo vicino a Abu Qatada, considerato l'”ambasciatore di Bin Laden” in Europa ed estradato nel 2013 in Giordania.


 

Jamel Beghal è anche un figura chiave nelle operazioni di Al Qaeda, afferma il Telegraph. È lui che avrebbe reclutato sia Richard Reib (arrestato il 22 dicembre 2001, soprannominato “shoe bomber” per aver tentato di far esplodere il volo n. 63 della American Airlines da Parigi a Miami imbarcando degli esplosivi nascosti nelle sue scarpe), sia Zacarias Mussaui, il famoso “ventesimo pilota kamikaze” degli attacchi dell’11 settembre 2001.


 

Ritornato in Francia, Beghal si fa chiamare “Abu Hamza”. Dichiarerà di aver creato delle cellule terroriste in molti paesi europei, tra cui Inghilterra, Germania, Francia e Spagna. Anche se la sua rete sembra sia stata smantellata dopo il suo arresto del 2001 a causa di un progetto di attentato contro l’ambasciata americana a Parigi, è Beghal, in prigione, a reclutare dieci anni fa Kuasci, rilanciando i suoi progetti criminosi.


 

Beghal e Kuasci sono rimasti in contatto dal momento della loro liberazione. Una foto li mostra mentre giocano a calcio nell’aprile 2010 nella regione del Cantal, con Ahmed Laiduni, un reclutatore della jihad e Farid Meluk, membro algerino del GIA.


 

Hamza, MI5 e Scotland Yard

Nel maggio 2004, durante alcune udienze di Abu Hamza, il suo avvocato Joshua Dratel affermò che il suo assistito agisce da sempre come un “intermediario” tra le autorità britanniche e gli estremisti del Londonistan.


 

Fondandosi sulle cinquanta pagine di note prese da Scotland Yard, contenenti i dettagli degli scambi avuti tra Hamza e i servizi, Dratel ha affermato che Abu Hamza cooperò con il MI5 e la polizia per porre fine a sequestri di ostaggi e ridurre le tensioni con la comunità musulmana in Inghilterra.


 

Durante il suo processo nel Regno Unito nel 2006, Hamza aveva già affermato molto chiaramente che dal 1997 al 2000 era stato in contatto regolare con il MI5 e i servizi speciali inglesi. “Una tale ammissione straordinaria” dice oggi il Telegraph “alimenterà le teorie del complotto che dicono che se per lungo tempo gli fu possibile predicare l’odio è perché lavorò per la polizia”.


 

Così, visto che non v’era “sangue versato sul suolo britannico”, le autorità chiusero gli occhi, soprattutto quando le operazioni dei terroristi si trasferirono all’estero, laddove facevano comodo agli interessi della City e di Wall Street.