Pubblichiamo la prefazione al libro bianco sul Russiagate pubblicato da The LaRouche Organization negli Stati Uniti
Il 18 luglio 2025 negli Stati Uniti Tulsi Gabbard (foto), direttrice dell’ufficio di supervisione dell’intelligence statunitense (DNI) ha pubblicato una serie di documenti riguardanti la presunta e inesistente intromissione russa nelle elezioni presidenziali del 2016, per favorire Donald Trump a sfavore della candidata democratica Hillary Clinton. Con quell’atto, Gabbard affermava che “le informazioni oggi pubblicate mostrano chiaramente che nel 2016 fu in atto una congiura proditoria da parte di funzionari ad alto livello del nostro governo. I loro fini erano l’eversione della volontà del popolo americano e l’attuazione di un golpe pianificato da anni per usurpare la Presidenza nel proprio mandato popolare”.
La verità è ancora peggiore e coinvolge sì un governo straniero, ma che è diverso dalla Russia, dalla Cina, dall’Iran, dalla Corea Settentrionale, dal Venezuela o da Cuba. Questo governo straniero intenzionato ad affossare il primo mandato e il secondo mandato del Presidente Donald Trump allo scopo di spingere gli Stati Uniti verso una traiettoria mortale, quella di uno scontro nucleare con la Russia capace di porre fine alla specie umana. Quel governo è il Regno Unito della Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, che dovrebbe essere il “partner speciale” degli Stati Uniti d’America. L’operazione messa in atto sta perdurando, anche ora.
L’associazione The LaRouche Organization (TLO) ha in questo campo un’autorità unica, poiché è animata dai collaboratori del defunto Lyndon LaRouche, ben consapevoli di come quest’ultimo, in qualità di candidato presidenziale, fu più volte diffamato e offeso, per decine d’anni, avendo identificato nell’Impero Britannico (includente la monarchia e la City) il regista di numerose guerre, colpi di stato e assassinii, anche di presidenti statunitensi, sin dalla Dichiarazione d’Indipendenza Americana.
Ciò che gli americani devono sapere è che il piano britannico per affossare gli Stati Uniti in una guerra contro la Russia fu concepito dal Primo Ministro Winston Churchill ancor prima che finisse la seconda guerra! Il 22 maggio 1945, a sole due settimane dalla fine del conflitto in Europa e mentre questo continuava nella regione pacifica, Sir Winston produsse un dossier intitolato “Operazione Impensabile” (“Operation Unthinkable”), il cui scopo fu chiaramente enunciato: “L’obiettivo generale o politico è quello di imporre alla Russia la volontà degli Stati Uniti e dell’Impero Britannico”. Churchill propose che la Russia venisse invasa non più tardi del 1° luglio di quel 1945!
La decisione di ottant’anni fa, di bombardare Hiroshima e Nagasaki, facendo scomparire centinaia di migliaia di sudditi di un Paese – il Giappone – ormai in trattative per la resa, con il Vaticano e con altri Paesi, deve essere inserita nel contesto del piano di Churchill. Le bombe atomiche non contribuirono a concludere la guerra, bensì segnarono l’inizio della tensione internazionale, rispondendo al desiderio di Churchill di attuare una guerra nucleare preventiva contro la Russia.
Il famoso discorso di Churchill sulla “cortina di ferro” (Fulton, Missouri – 1946) aveva lo scopo di coinvolgere gli Stati Uniti nel suo progetto, portando alla Guerra Fredda, perdurata fino alla caduta del Muro di Berlino, nel 1989.
A distanza dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel 2007 il londinese The Economist pubblicò un articolo dal titolo “L’Unione Europea a Cento”, nel quale chiese al “Presidente Obama” (così appellato, cioè “eletto” un anno prima delle primarie democratiche nelle quali sarebbe emerso come candidato presidenziale) di minacciare il Presidente russo Vladimir Putin di utilizzare armi nucleari qualora la Russia avesse invaso l’Ucraina. Un tale mirabile esempio di “immaginazione” del futuro può essere letto oggi, in retrospettiva, come un copione per gli eventi che si succedettero a partire dal tardo 2013, allorché l’Amministrazione di Obama intraprese le operazioni per il rovesciamento del governo ucraino, in collusione con l’intelligence britannico e con la collaborazione delle forze neonaziste locali, nostalgiche del criminale Stepan Bandera, che avrebbero dato corpo a un nuovo regime filo nazista, con il corredo delle più appariscenti coreografie.
La ragione di questa manipolazione britannica degli Stati Uniti e della Russia era da ricercare nell’obiettivo britannico di consolidare il proprio impero finanziario globale, basato sullo spopolamento malthusiano e sul saccheggio di materie prime e manodopera. L’iniziativa della Nuova Via della Seta (anche detta Belt and Road Initiative) e l’istituzione della Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS, attivate nel 2013 e nel 2014 rispettivamente, rappresentavano una minaccia mortale per ciò che il nuovo re Carlo III ha chiamato la “[Gran] Bretagna Globale”. I britannici ordirono dunque un sabotaggio di questi sviluppi senza badare a spese. La paura dei britannici e dei loro alleati negli Stati Uniti era che il Presidente Donald Trump, desiderando “buoni rapporti” con la Russia e la Cina, potesse scongiurare l’ascesa della loro dittatura finanziaria a livello planetario. Ecco perché dovevano essere sabotati i rapporti russo-americani. La narrazione del “Russiagate” servì a questo scopo, in modo molto appropriato.
Ciò che Gabbard ha finora pubblicato mostra che nei mesi di agosto, settembre, quindi di dicembre dell’anno 2016, gli esperti di intelligence avevano valutato che la Russia non fosse capace di interferire nelle elezioni del Presidente americano, né vi fosse interessata. Invece, il 9 dicembre 2016 il Presidente Obama convocò alla Casa Bianca alcuni funzionari, tra i quali il direttore della CIA John Brennan, il direttore dell’FBI James Comey, il direttore dell’intelligence nazionale James Clapper, il giudice supremo Loretta Lynch, il segretario di stato John Kerry, il suo assistente per gli affari europei ed euroasiatici Victoria Nuland, la consigliera sulla sicurezza nazionale Susan Rice, ecc. Furono impartiti ordini di costruire una falsa descrizione dell’interferenza russa nelle elezioni statunitensi, benché tutti sapessero che era evidente il contrario. La prova è nella pubblicazione, il 23 luglio scorso, del resoconto della Commissione permanente sull’intelligence della Camera Bassa (HPSCI) datato 18 settembre 2020.
Ciò che Gabbard non ha ancora menzionato, oltre a un contenuto riferimento al “Dossier Steele”, è il ruolo dell’intelligence britannico nella costruzione del “Russiagate” e il ruolo di singoli individui, come il direttore del GCHQ Robert Hannigan, il direttore dell’MI6 Richard Dearlove, l’ex primo ministro Tony Blair e altri.
E’ imperativo che coloro che stanno lavorando alla compnresione del mistero di questa operazione comprendano che il tradimento nel “Russiagate” non fu semplicemente in conseguenza di un desiderio di fare lo sgambetto al nuovo Presidente, ma in quanto gli americani coinvolti, dal Presidente uscente Obama e dal direttore della CIA John Brennan, fino ai sottoposti come Lisa Page e Peter Strzok, erano impegnati, consapevolmente o no, d’intesa con una potenza straniera – l’Impero Britannico – per trascinare gli Stati Uniti d’America in una guerra con la Russia, potenzialmente distruttiva di tutti gli uomini, le donne e i fanciulli di questo pianeta. Questo è un crimine peggiore del tradimento.