Le violente insurrezioni a Kiev, Bangkok e Il Cairo non vanno viste come sviluppi isolati. In ognuna di esse è visibile la mano di forze imperiali occidentali, riflettendo ciò che Lyndon LaRouche ha identificato come il pericolo crescente di una guerra globale che potrebbe diventare termonucleare. La forza trainante dietro ognuno di questi atti di guerra asimmetrica non si trova nelle condizioni locali per se, ma piuttosto nelle forze disperate e morenti dell’oligarchia finanziaria transatlantica.

Il caso dell’Ucraina è esemplare. Dalla caduta del Muro di Berlino, il loro obiettivo strategico è quello di separare l’Ucraina dalla Russia e attirarla nell’Unione Europea come riserva agricola feudale. Questo sforzo ha ricevuto un duro colpo l’anno scorso, quando il Presidente Yanukovic ha respinto l’accordo di associazione con l’UE e si è invece mosso per intensificare la cooperazione economica e politica con la Russia. Da quel momento in poi, è partita l’operazione per rovesciare il governo di Yanukovic e instaurare forze filo-UE.

Quando la protesta di massa stava scemando, i britannici hanno fatto ricorso alle vecchie reti di hooligans, che comprendono anche bande esplicitamente fasciste e resti degli ambienti filonazisti del tempo di guerra che furono assorbiti nell’intelligence della NATO alla fine della Seconda Guerra Mondiale attraverso l’Organizzazione Gehlen. Ora, questi hooligans scatenati, alleati a fazioni dell’opposizione, chiedono niente meno che la cacciata di Yanukovic, respingendo l’offerta di partecipazione ad un governo di coalizione. Natalia Vitrenko, una ex candidata alla presidenza e membro del Parlamento, ha chiesto al governo di non dimettersi.

Metodi terroristici simili o ancora più cruenti sono stati utilizzati sul campo in Thailandia ed Egitto dove, in entrambi i casi, i partiti e le forze di governo hanno rifiutato di cedere.

La questione cruciale per il mondo è se l’oligarchia finanziaria transatlantica, in bancarotta irreversibile, riuscirà a provocare uno scontro con il blocco delle nazioni eurasiatiche, che comprendono Russia, Cina e India e che rappresentano la parte del mondo che sta ancora crescendo e ha una prospettiva di progresso.