Aggiungendo il ridicolo al sensazionale, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedesco (BfV) ha fatto marcia indietro il 10 maggio, sospendendo la decisione di classificare il partito Alternativa per la Germania (AfD) come “provato estremista di destra”, in attesa dell’esito del ricorso legale urgente presentato dal partito. Questo significa che l’ente di intelligence interno non ripeterà quella designazione, ma tornerà a dichiarare che si tratta “solo” di un sospetto di estremismo di destra, fino a quando non si pronuncerà il tribunale. Secondo un avvocato dell’AfD, citato dal Berliner Zeitung, il BfV avrebbe agito in via preventiva, temendo di perdere la causa in tribunale.
Il fatto è che, mentre il governo tedesco appone l’etichetta di “anti-democratico” al più grande partito politico del Paese, sostiene con denaro e armi dei veri neonazisti a Kiev. E il paradosso è che proprio l’AfD abbia denunciato questo scandalo.
Il 31 marzo, il gruppo parlamentare dell’AfD, guidato da Alice Weidel (foto) e Tino Chrupalla, ha presentato un’interrogazione al governo federale chiedendo informazioni su un’attività di reclutamento condotta dalla brigata Azov in territorio tedesco. “Nel febbraio 2025,” si legge nell’interrogazione, “il battaglione internazionale della dodicesima brigata delle forze speciali ‘Azov’ delle Forze armate ucraine ha apparentemente condotto un’azione di reclutamento nei pressi di Berlino. In un’intervista sul posto condotta dal giornalista del Bild Julian Röpcke, un presunto membro tedesco di questo battaglione ha confermato che si trattava di una manifestazione finalizzata al reclutamento di volontari. Un ulteriore scopo dichiarato dall’unità ucraina era ottenere sostegno per l’acquisto di veicoli e altra attrezzatura militare”.
I firmatari dell’interrogazione sottolineano che in Germania, l’attività di reclutamento da parte di persone straniere costituisce un reato e chiedono se il governo fosse a conoscenza dell’evento. Se la risposta è “sì”, segue una serie di altre domande.
Prevedibilmente, il 15 aprile il governo ha risposto di non essere a conoscenza dei fatti riportati e di non poterli né confermare, né smentire. Eppure, è inconcepibile che ufficiali di un Paese straniero – per di più in guerra – organizzino un incontro di reclutamento in Germania senza che i servizi di sicurezza e gli enti governativi ne siano informati. In realtà, è altamente probabile che siano stati proprio gli enti tedeschi a facilitare lo svolgimento dell’iniziativa.
In quest’ottica, è più che comprensibile che gli enti di intelligence tedeschi stiano diventando un problema per gli alleati della Germania. Negli Stati Uniti, il presidente della Commissione Intelligence del Senato, il repubblicano Tom Cotton, ha chiesto la sospensione della cooperazione con il BfV. In una lettera indirizzata al Direttore dell’Intelligence Nazionale, Tulsi Gabbard, egli ha richiesto “una pausa in tutti gli scambi di informazioni con l’ente di intelligence interno della Germania, il BfV, che potrebbero essere usati per colpire avversari politici”. Questo in seguito alla recente classificazione da parte del BfV del partito di opposizione tedesco AfD come “organizzazione estremista di destra conclamata”.
Il senatore Cotton ha inoltre scritto: “Capisco che le élite liberali su entrambe le sponde dell’Atlantico disprezzino l’AfD, ma il programma dell’AfD ha trovato riscontro tra molti tedeschi. E non c’è da stupirsene, poiché un’agenda fatta di confini sicuri, indipendenza energetica e crescita economica ha riscosso successo anche tra il nostro elettorato e in molte altre democrazie occidentali.
Invece di cercare di screditare l’AfD usando strumenti da stato autoritario, il governo tedesco entrante farebbe meglio a interrogarsi sul motivo per cui l’AfD continua a guadagnare terreno elettorale e su come possa rispondere alle legittime preoccupazioni dei suoi cittadini.”