Editoriale di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol

Questa settimana l’Europa ha mostrato il suo vero volto: disumano, razzista e genocida. La decisione della Francia di chiudere il valico di frontiera a Ventimiglia, e la spudorata ammissione del ministro degli Interni francese Cazeneuve di aver già rimandato indietro in Italia 20.000 migranti, dovrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Questa Europa di speculatori, banchieri, e burocrati corrotti ha deciso di lasciare Grecia e Italia sole ad affrontare non solo la crisi economica, provocata dai suoi speculatori, francesi, inglesi e tedeschi in primis, ma anche l’emergenza migranti, provocata a sua volta dalle sue guerre coloniali in Africa. Gli incontri di Renzi con Cameron e quello previsto con Hollande, domenica all’Expo, ed anche il Consiglio d’Europa il 25-26 non cambieranno la situazione: l’UE stabilisce delle quote per ridistribuire un certo numero (esiguo) di migranti nei paesi europei più ricchi, e questi si rifiutano di accettarle. Il governo francese impedisce ai migranti anche solo il passaggio in Francia, benché siano destinati in Nord Europa, dove li attendono i loro familiari ed un lavoro. Cameron ha la faccia tosta di “accettare” benignamente 500 profughi siriani, per mettere a tacere Renzi, pur sapendo che i profughi in fuga dalla “splendid little war” imperiale anglo-americana in Libia, Siria e nel Nord Africa sono almeno 40 milioni, 26 solo per i bombardamenti sauditi nello Yemen.

Anche il terrorismo dell’ISIS, da cui fuggono in milioni, è il risultato delle guerre coloniali di Obama, Cameron e Sarkozy in Iraq, Libia e Siria, e viene finanziato dal loro principale alleato in Medio Oriente, l’Arabia Saudita, come dimostra il rapporto della Commissione d’Inchiesta del Congresso USA sull’11 settembre (vedi).

Da quando l’Europa “ci aiuta” col piano Triton, in sostituzione di Mare Nostrum, la situazione è peggiorata notevolmente: il traffico di esseri umani e gli sbarchi sono aumentati, invece di diminuire, e la presenza di navi britanniche nel Mediterraneo, che si limitano a scaricare all’Italia i naufraghi che recuperano, dovrebbe farci insospettire. Promuove soltanto una maggiore presenza militare nel Mediterraneo in funzione anti-russa e non per motivi umanitari (che non hanno mai ispirato i governi inglesi, come dimostra la dottrina Blair degli “stati canaglia”).

Il governo francese rimanda in Italia i migranti che cercano di valicare la frontiera a Ventimiglia sostenendo che non fuggono dalle guerre, ma per motivi economici. E chi ha provocato i motivi economici da cui fuggono? La stessa politica coloniale che ha provocato le guerre, e che vede nell’Africa solo un fornitore di materie prime per l’Impero britannico o francese, nella speranza che la sua popolazione muoia di stenti, per le torture dell’ISIS o in qualche naufragio nel Mediterraneo.

E’ evidente dunque che per risolvere l’emergenza migranti bisogna andare alla fonte del problema, le guerre coloniali dell’Impero britannico, e prendere le distanze da questa Europa di speculatori, colonialisti e razzisti, come ha fatto coraggiosamente il Premier greco Tsipras a San Pietroburgo. Le misure immediate da prendere sono queste:

  1. Accettare l’offerta del ministro degli Esteri russo Lavrov di cooperazione per sgominare l’ISIS, respinta da Obama e Cameron che hanno tutto l’interesse a tenere in vita l’ISIS in funzione anti Assad ed anti russa. Sono evidenti i collegamenti tra l’ISIS e gli scafisti, e dunque un serio lavoro di intelligence e interventi mirati potrebbero ridurre gli sbarchi.



  2. Prendere accordi diretti con Tunisia ed Egitto per combattere gli scafisti e i trafficanti di esseri umani sulle coste libiche, nell’ambito dell’ONU, in modo da ridurre gli sbarchi in Italia e Grecia. Un piano per stabilizzare il Nord Africa esiste già, ed è quello russo/egiziano/BRICS, con cui l’Italia dovrebbe collaborare.



  3. Promuovere grandi progetti infrastrutturali in Africa, che risolvano la seconda grande causa delle migrazioni di massa: la povertà. I progetti esistono, dal piano Transaqua in Ciad all’Africa Pass, al Piano Oasi (si veda a proposito il Programma Movisol per il Mediterraneo e il Sud Europa) ma l’Unione Europea li boccia perché contrastano con la sua politica di sfruttamento coloniale dell’Africa.



  4. Uscire dall’Eurosistema ed aderire al gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) che, con la sua Nuova Banca per lo Sviluppo, concede crediti per grandi progetti infrastrutturali non vincolati a condizioni capestro, come lo sono quelli del Fondo Monetario Internazionale. Durante il suo incontro con Renzi all’Expo, Putin ha sottolineato che oltre al G7 “esistono altri format, come il gruppo BRICS” e questa settimana ha offerto alla Grecia di entrarne a far parte. Durante il vertice di San Pietroburgo il 20 giugno, Tsipras ha indicato la propria intenzione di accettare l’offerta, se l’Eurogruppo ed il Fondo Monetario Internazionale continueranno a pretendere il pagamento di un debito illegittimo. Il premier greco ha dichiarato: “L’Europa non si deve considerare come l’ombelico del mondo, deve capire che il centro dello sviluppo economico mondiale si sta spostando verso altre aree”. Il governo italiano dovrebbe fare altrettanto, e non limitarsi a “minacciare” di togliere le sanzioni alla Russia se la Francia e l’Europa continueranno a respingere i migranti, come ha fatto il capogruppo Rosato questa settimana.



  5. Invece di essere oggetto di spartizione di varie mafie, che li considerano un “business” come la droga, i fondi per l’accoglienza concessi dall’UE all’Italia per sgravarsi la coscienza dovrebbero essere investiti in piani di riqualificazione degli immigrati nel nostro paese, in modo che possano fare ritorno nel loro paese di origine e contribuire al suo sviluppo, come avrebbe fatto Enrico Mattei all’epoca dei suoi accordi coi paesi fornitori di petrolio in Africa.

Le nostre strutture di accoglienza sono allo stremo, ed anche i nostri cittadini. E’ urgente prendere queste misure per limitare gli sbarchi ed organizzare l’accoglienza, e per evitare che dilaghi la demagogia, il razzismo e si scateni una guerra civile tra poveri. E se l’Inghilterra continuerà a rifiutarsi di accogliere i migranti che raccoglie con le sue navi, dovrebbe essere l’Italia a farle presente che una volta su una nave inglese, che batte bandiera inglese, sono sul territorio britannico e devono restarci, in base a Schengen. Che sia la Gran Bretagna a fungere da “Ellis Island” come ai tempi delle grandi migrazioni negli Stati Uniti, e ad eseguire i primi controlli.