La decisione del governo cileno, annunciata il 30 ottobre, di cancellare a causa delle rivolte popolari due importanti vertici internazionali previsti a Santiago ha fatto capire al mondo quanto grave sia la situazione nel Paese andino. Milioni di cittadini sono scesi in piazza rivendicando la fine del modello liberista che risale alla dittatura di Pinochet e indicato come “modello di successo” dalla City di Londra e da Wall Street).
Dei due vertici, quello dell’APEC è ancora in un limbo, mentre la Conferenza sul Clima dell’ONU (COP25), prevista dal 2 al 13 dicembre, è stata rapidamente trasferita a Madrid. L’appuntamento, troppo importante in ragione della creazione della nuova “bolla verde” a un pur illusorio sostegno del sistema finanziario, non poteva essere rimandato. Ma le rivolte popolari contro l’austerità vanno viste come la scritta sul muro per le élite transatlantiche votate all’ecofascismo.
L’America latina è una polveriera, al pari dell’Asia Sudoccidentale (vedi i casi del Libano e dell’Iraq). In Europa sotto la superficie cova il malcontento, come indicato tra l’altro dal crollo delle tradizionali strutture di partito in Germania.
La situazione negli Stati Uniti non è mai stata così polarizzata, con l’intero apparato del “deep state” in combutta con la leadership del Partito Democratico per cercare di rovesciare la Presidenza di Trump. Il loro obiettivo è chiaramente quello di impedire a Trump di porre fine alle “guerre permanenti” e di condurre gli Stati Uniti nel nuovo paradigma della cooperazione win-win. A questo proposito Helga Zepp-LaRouche (foto), nella sua teleconferenza del 3 novembre, ha sollecitato il pubblico europeo a seguire e leggere gli ultimi discorsi di Trump, in cui questi attacca il complesso militare-industriale, che i media evitano accuratamente di riportare. Trump non piace a molti, ha ammesso la fondatrice dello Schiller Institute, ma la battaglia che sta conducendo è cruciale per tutti. Si tratta di una battaglia che “determinerà quale direzione assumerà questo periodo storico” e, in ultima analisi, il futuro della civiltà.