La pistola fumante di Blair, quella che prova che il Primo Ministro britannico ha garantito la partecipazione dell’Inghilterra alla guerra di George W.Bush in Iraq un anno prima dell’invasione, è stata finalmente trovata? Il quotidiano britannico Daily Mail ha pubblicato un paio di documenti dell’aprile 2002 – provenienti dalle mail di Hillary Clinton rese pubbliche recentemente grazie ad un’ordinanza di un tribunale degli Stati Uniti – che “dimostrano che Blair ha fornito una non meglio qualificata garanzia di partecipare al conflitto un anno prima l’inizio dell’invasione”.

Il primo documento è una nota dell’allora Segretario di Stato Colin Powell a Bush, risalente agli inizi dell’aprile 2002, circa una settimana prima dell’incontro al Ranch di Bush a Crawford in Texas, nel quale Powell scrive, dopo aver sottolineato che il viaggio è stato approvato da Buckingham Palace nonostante la morte della Regina Madre (il ruolo della Regina non viene meglio specificato), che Blair “le presenterà le linee strategiche, tattiche e pubbliche che rafforzeranno il sostegno globale alla nostra causa comune”. Sull’Iraq, Powell racconta, “Blair sarà con noi qualora si richiedesse l’intervento militare”. Il Daily Mail sottolinea il fatto che Blair abbia dichiarato pubblicamente di preferire la soluzione diplomatica per l’Iraq, ma la diplomazia non viene neanche menzionata nei documenti resi pubblici.

Powell prosegue dichiarando che Blair affrontava dei problemi interni in uno scenario di guerra all’Iraq, inclusi membri del governo e del gruppo parlamentare dei laburisti, oltre all’opinione pubblica. “Blair potrebbe suggerire delle idee su come rendere credibile una mobilitazione pubblica sulla minaccia dell’Iraq alla pace internazionale; su come ottenere il sostegno delle nazioni limitrofe; su come ottenere il via libera dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU per aumentare il sostegno alla missione sia da parte dei Paesi del Golfo che da parte dell’opinione pubblica britannica ed europea; su come dimostrare che abbiamo pensato a lungo al “giorno dopo”.

Il secondo documento, più lungo, è un messaggio proveniente dall’ambasciata americana a Londra che fa riferimento alla situazione politica britannica della quale parlava Powell; nel documento si evidenzia come, se si sbagliasse la tempistica dell’appoggio di Blair all’intervento americano, “la pietra miliare di qualsiasi coalizione si intenda costruire potrebbe venire a mancare”, e che Blair sperava di sciogliere questi nodi politici proprio durante l’incontro al Ranch di Crawford.

Secondo il Daily Mail questi documenti sono la prova che Blair fosse intenzionato fin dall’inizio a muovere guerra contro l’Iraq e che le sue dichiarazioni pubbliche fossero delle palesi menzogne, sia al tempo degli avvenimenti che quando testimoniò nell’ambito dell’Inchiesta di Chilcot. Si ritiene che Sir John Chilcot non abbia potuto visionare questi documenti e che adesso si possano fare delle pressioni affinché riparta, sulla base di questa nuova documentazione, l’inchiesta che si trascina da troppo tempo.

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