Il gen. Vladimir Dvorkin, un tempo direttore dell’intelligence per la Forza Missilistica Strategica della Russia, ha scritto un articolo per il Carnegie Moscow Center dal titolo “Minacce ipersoniche: la necessità di una valutazione realistica”, un rassegna della storia e delle ricerche in corso da parte di Stati Uniti, Russia, Cina e India intorno a una nuova generazione di razzi ipersonici che possano condurre attacchi convenzionali contro bersagli sparsi in tutto il mondo in brevissimo lasso di tempo. Dvorkin ammonisce: “Molti funzionari ed esperti russi credono che le armi ipersoniche impiegate dagli Stati Uniti aumenteranno drasticamente l’efficacia del concetto di offensiva globale e permetteranno a Washington di colpire senza la forza dell’atomo l’arsenale nucleare strategico russo in modo disarmante”.

Un articolo pubblicato l’11 agosto da The National Interest aggiunge un aspetto cruciale al resoconto allarmato di Dvorkin. L’articolo di David Majumdar cita l’ex ambasciatore americano in URSS Jack Matlock e fa notare che i timori russi per lo sviluppo statunitense di un potenziale di “primo colpo” contro la Russia non sono affatto nuovi. “Infatti”, Majumdar scrive, “la Guerra Fredda avrebbe potuto terminare molto prima se il Premier sovietico Mikhail Gorbaciov non avesse obiettato all’Iniziativa di Difesa Strategica (SDI) di Ronald Reagan. Con l’eccezione del culmine rappresentato dalla SDI, i due leader avevano quasi concordato su tutto per l’eliminazione delle armi nucleari, durante un vertice in Islanda nell’ottobre 1986″ (vedi).

Gorbaciov si rifiutò di accordarsi con Reagan se gli Stati Uniti non avessero abbandonato l’SDI e Reagan insistette che l’SDI era parte del piano di neutralizzazione dell’Armageddon nucleare, attraverso la condivisione con i sovietici della tecnologia alla sua base. Gorbaciov sostenne di non credere che gli Stati Uniti avrebbero mai condiviso la tecnologia e così rifiutò l’accordo.

Questo resoconto della profonda frustrazione di Reagan in risposta al rifiuto di Gorbaciov dell’offerta di collaborazione intorno all’SDI è nel libro di Matlock del 2004 dal titolo “Reagan e Gorbaciov: come si concluse la guerra fredda”. “Mi scusi, Sig. Presidente, ma non posso prendere in seria considerazione la Sua idea di condividere l’SDI”, disse Gorbaciov a Reagan durante il vertice islandese, stando a quanto ricorda personalmente Matlock.

Nel suo articolo per il Carnegie Moscow Center, Dvorkin nota che i sovietici cominciarono a lavorare sui missili ipersonici nel 1983, per sviluppare la loro forza offensiva asimmetrica all’SDI di Reagan. All’epoca Mosca lanciò il Programma Albatros, più tardi ribattezzato Progetto 4202, per sviluppare le armi ipersoniche che avrebbero dovuto sfuggire all’SDI.

Da diciotto mesi Dvorkin mette in guardia dal pericolo che una Nuova Guerra Fredda diventi calda e porti a un conflitto nucleare. Nell’aprile 2015, insieme al gen. James Cartwright, ex Vicecapo degli Stati Maggiori Riuniti e ancor prima Capo del Comando Strategico americano, scrissero un editoriale del New York Times chiedendo la collaborazione di Russia e Stati Uniti per porre fine alla politica di provocazioni che aveva ridotto considerevolmente il tempo concesso ai leader per determinare se i propri Paesi siano o meno sotto attacco nucleare e lanciare un contraccolpo generale, assicurando la quasi estinzione della maggioranza della specie umana.

All’epoca del vertice islandese, che coincise con gli assalti agli uffici nazionali del movimento di LaRouche a Leesburg (Virginia) e l’attivazione su grande scala dell’operazione “Get LaRouche” per metterlo a tacere, LaRouche aveva identificato correttamente nella questione dell’SDI il fattore decisivo del fallimento di tale vertice, allorché Gorbaciov rifiutò ancora una volta l’offerta di Reagan. LaRouche, infatti, aveva collaborato con Ronald Reagan nella progettazione e nell’annuncio dell’SDI.

LaRouche oggi sostiene che il primo rifiuto dell’SDI venne da Jurij Andropov, che rappresentava l’influsso e la generale corruzione di stampo britannico tra i dirigenti sovietici dell’epoca. Tenuto conto del ruolo personale assunto da LaRouche nei negoziati dietro le quinte tra Washington e Mosca, i sovietici avevano in realtà tutti gli elementi per sapere che gli Stati Uniti erano seriamente determinati a sviluppare congiuntamente l’SDI, l’unico modo di assicurare la “Sopravvivenza Reciproca Assicurata” e di porre fine all’era del terrore termonucleare.