Il Primo Ministro cambogiano Hun Sen, parlando all’inaugurazione della diga idroelettrica da 246 MW di Steung Tatay, nel sud del Paese, ha affermato: “Abbiamo un po’ di estremisti ambientalisti che si oppongono sempre, a qualunque cosa. Abbiamo una sola via: costruiamo delle lampade tradizionali per le loro case e tagliamo l’elettricità a casa loro”.

A febbraio il governo di Hun Sen ha espulso il verde spagnolo Alejandro Gonzalez-Davidson, cofondatore di “Mother Nature”, organizzazione che sta cercando di impedire un altro progetto idroelettrico con le solite proteste sulle famiglie che sarebbero costrette a lasciare la propria “terra ancestrale” e con la richiesta di proteggere gli animali del posto.

Radio Free Asia riferisce che la Cambogia conta pesantemente sull’energia importata, ma che essa è in procinto di costruire sette nuove dighe, quasi tutte con il sostegno della Cina, e ha individuato altri 17 siti per costruirle. Il programma nucleare che la Cambogia ha nel frattempo elaborato ha il sostegno del governo russo.

Mentre l’Occidente collassa, la Cambogia ha realizzato un 7% di crescita quest’anno e le previsioni del FMI sono di crescita fino al 2020. Rimane una delle nazioni più povere dell’Asia, poiché non si è ancora ripresa dopo la guerra d’Indocina e dopo il genocidio dei Khmer Rossi graditi all’Occidente alla fine degli anni Settanta, dittatura che Hun Sen contrastò con il sostegno del governo vietnamita.