Mentre il mondo intero è col fiato sospeso per il pericolo che Erdoğan e Obama ci trascinino in una guerra nucleare con la Russia, e dubita che una coalizione guidata dagli Stati Uniti possa sgominare l’ISIS se i finanziamenti all’ISIS, come ha denunciato Putin, vengono proprio da 40 paesi, tra i quali alcuni della coalizione (Arabia Saudita, Turchia e Stati Uniti), i drammatici eventi di queste settimane non hanno interrotto minimamente il Renzi Show, che non solo continua, ma si intensifica in vista delle amministrative.

Con la faccia tosta che gli è consueta, Renzi continua a ripetere che l’Italia “sta ripartendo”, attribuendo al terrorismo gli “aggiustamenti” della presunta ripresa (che cala ogni giorno, dallo 0,9%, già bassissimo, allo 0,8 allo 0,7 stando all’ISTAT), mentre tutti sanno che il terrorismo non c’entra affatto: in realtà, ancora, alle sole banche (soprattutto a quelle imparentate col ministro Boschi) vengono prestate le uniche attenzioni di sostanza del governo. Pur cercando di evitare un futuro prelievo forzoso, quello autorizzato dall’UE a partire dal prossimo gennaio, con il suo “decreto salva banche” ha fatto andare in fumo le posizioni di molti obbligazionisti i quali, giustamente infuriati, si sono presentati in piazza.. L’unica misura veramente efficace per evitare gli effetti distruttivi del prossimo crac bancario sull’economia reale, la netta separazione tra banche ordinarie e banche d’affari nello spirito della legge Glass-Steagall del 1933, non è ancora in discussione al Parlamento italiano, benché siano state presentate ben otto proposte di legge in questo senso, proprio perché Renzi ne impedisce la calendarizzazione.

Eccezion fatta per la legge Sabatini, che ha favorito l’acquisto di nuovi macchinari da parte di un certo numero di piccole e medie imprese, le imprese industriali e gli allevamenti continuano a chiudere per la mancanza di crediti e per gli effetti del liberismo che sarebbero amplificati qualora il TTIP fosse approvato. Le ultime analisi dell’ISTAT confermano il drammatico aumento della povertà ed un calo delle pensioni da 3000 euro annui. Di quale ripresa parla, dunque, Renzi?

Anche sul terrorismo, Renzi ci “rassicura”: lo combatterà “taggando” i sospetti su facebook.com e regalando 500 Euro ai diciottenni che voteranno per la prima volta, un evidente tentativo di comprare il voto che ricorda Gava (una scarpa prima e una dopo il voto, come ho avuto modo di dire venerdì intervistata da Roberto Ortelli a Cheariahangoutvedi https://www.youtube.com/watch?v=A0JcepIqDko). Neanche una parola sull’urgenza di interrompere il flusso di finanziamenti al terrorismo attraverso la Turchia, l’Arabia Saudita, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, benché ne parlino ogni giorno molti media italiani, americani e tedeschi (tra cui Der Spiegel) e alcuni giornalisti coraggiosi, come Fulvio Scaglione. Il vicedirettore di Famiglia Cristiana chiede giustamente che venga processato Tony Blair (vedi http://www.famigliacristiana.it/articolo/blair.aspx) per le menzogne che gli servirono a lanciare la sua guerra in Iraq, pur sapendo che avrebbe seminato il caso nella regione, il cui risultato, come ha ammesso recentemente, è stata la formazione delle milizie dell’ISIS e simili.

Invece di esigere che vengano pubblicate le 28 pagine del rapporto del Congresso USA sui finanziamenti sauditi ai dirottatori dell’11 settembre 2001, Renzi e Gentiloni accettano la geopolitica britannica e si uniscono a Obama e Cameron nel chiedere la destituzione di Assad, piano che la congressista americana Tulsi Gabbard ha denunciato a Parigi, annunciando che “provocherà un’altra ondata di terrorismo jihadista” come quella provocata dalla guerra imperiale di Bush e Obama in Libia.

Eppure l’Italia ha un interesse particolare nel far sentire la sua voce su questo punto: a quanto riferisce un rapporto dell’ONU, i terroristi dell’ISIS, duramente colpiti dai raid russi e francesi a Raqqa, si starebbero spostando verso Sirte, in Libia, e verso altre regioni dell’Africa, quindi a due passi da casa nostra. Alle assurde tirate sull’urgenza di destituire Assad si è unito anche Salvini, il quale, lungi dal denunciare queste connivenze come farebbe un sano oppositore politico, dal fare il gradasso è passato ad allinearsi in pieno con la folle linea dell’Unione Europea, schierata con la Turchia anche dopo l’abbattimento del caccia russo. La posizione di Salvini su Assad, e la preoccupante vittoria di Marine e Marion Le Pen in Francia, gettano una luce sinistra sulla situazione dell’Europa, col rischio che prevalga la linea dello “scontro tra civiltà” di Samuel Huntington et al.

Come abbiamo discusso con il giornalista economico elvetico Alfonso Tuor a Cheariahangout, si tratta di una politica suicida da parte dell’Europa, che si avvia così verso la terza guerra mondiale. In un articolo Tuor paragona l’Europa nella situazione attuale a quella alla vigilia della prima guerra mondiale (vedi http://www.ticinonews.ch/tuor-blog/258357/sempre-piu-a-rischio-guerra). E lo ha ribadito nel corso della nostra conversazione con Ortelli, dicendosi concorde con LaRouche sulle cause economiche del pericolo di guerra.

Lo andiamo ripetendo da settimane: l’unica via di uscita dalla crisi, dal terrorismo e dal pericolo di guerra è una politica inclusiva di cooperazione economica con la Russia, la Cina e i paesi del Medio Oriente, come quella prevista dal Ponte Terrestre Eurasiatico e dalla Nuova via della Seta, indicata – per una volta! – giustamente dal Wall Street Journal come una seria strategia antiterrorismo. Si inizi con l’annullare immediatamente le sanzioni alla Russia, che in questo momento è il nostro principale alleato per sgominare l’ISIS, in Siria come in Libia. Tutto il resto sono patetiche menzogne elettorali, che rischiano di favorire la destra estrema anche nel nostro Paese.

Editoriale di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol