Finalmente, oggi è pubblicato il documento conclusivo dell’Inchiesta Chilcot. Già circolano voci di un impeachment di diritto britannico ai danni di Tony Blair e di imputazione per crimini di guerra. Il Guardian riferisce che un gruppo di parlamentari guidati da Alex Salmond del Partito Nazionale Scozzese propone di usare un vecchia legge per processare l’ex Primo Ministro britannico dal giorno dell’uscita del Rapporto Chilcot, oggi.

L’ultima volta che si ricorse all’impeachment fu nel 1806. Esso è visto da Westminster come una forma alternativa di pena per assicurarsi che l’imputato non possa più assumere incarichi pubblici. Basta una semplice maggioranza per incarcerare il politico incriminato. Tuttavia i parlamentari di quel gruppo hanno dichiarato di pensare a un’azione piuttosto simbolica, non pensata per l’incarcerazione.

Salmond ha dichiarato che “deve esservi una resa dei conti giudiziaria o politica” per il ruolo assunto da Blair nella guerra in Iraq. “Egli sembra stupito dal fatto che Jeremy Corbyn lo ritenga un criminale di guerra, o del fatto che la gente non lo ama” (Sky News). La ragione è che sono morti 179 britannici, che vi sono state 150mila morti immediate in Iraq, che il Medio Oriente è in fiamme, che il mondo è minacciato da una crisi esistenziale legata al terrorismo – queste sono solo alcune delle ragioni, forse, che egli dovrebbe meditare per capire come mai la gente non lo considera con i più alti riguardi”.

Se Blair non verrà processato come criminale di guerra da parte della magistratura britannica, non possiamo pensare lo faccia la Corte Penale Internazionale (ICC). Con una dichiarazione rilasciata al Telegraph il 2 luglio, l’ICC ha detto che spulcerà il Rapporto Chilcot per cercarvi le prove di crimini di guerra commessi da soldati britannici in Iraq, escludendo di valutare la decisione stessa di entrare in guerra. “Come già indicato dall’Ufficio nel 2006, la ‘decisione da parte del Regno Unito di andare in guerra in Iraq ricade fuori della giurisdizione della Corte'”. Ovviamente il codice di Norimberga non è parte dei fondamenti legali dell’esistenza dell’ICC, una creazione di George Soros (come dimostrò Anton Chaitkin nell’EIR del 25 luglio 2008).

L’idea che possano essere incriminati i soldati, mentre il vero responsabile è l’uomo che ordinò loro di combattere, ha fatto imbestialire le famiglie dei soldati deceduti. Reg Keys, madre di uno dei sei membri della Polizia Militare massacrati nel 2003 a Majar al-Kabir, nota anche per aver sfidato Blair alle elezioni del 2005, ha detto “Mi fa davvero infuriare. Non lo chiamano ‘Teflon Tony’ per nulla”.