Secondo il Wall Street Journal, che cita un “funzionario ad alto livello dell’Amministrazione”, sono in corso preparativi per un vertice tra il Presidente statunitense e quello russo. È difficile esagerare l’importanza di un simile incontro per ridefinire le relazioni internazionali sulla base della cooperazione e ridurre le tensioni in pericolosi punti caldi come l’Asia Sudoccidentale e l’Ucraina. Donald Trump ha ripetutamente affermato che è sua intenzione stabilire buoni rapporti con la Russia, ma finora glie l’hanno impedito con l’inchiesta farlocca e con la caccia alle streghe anti-russa in tutta l’area transatlantica.

L’ambasciatore americano in Russia Jon Huntsman ha confermato il 3 giugno a Fox and Friends che entrambe le parti sono favorevoli a un vertice in qualche momento futuro. Nel frattempo, su iniziativa di Washington, il Segretario di Stato Mike Pompeo e il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov hanno parlato al telefono il 30 maggio e hanno scambiato vedute su possibili rapporti bilaterali, sulla crisi siriana e sugli accordi di Minsk in relazione al conflitto ucraino.

Naturalmente, molto dipenderà dall’esito del vertice tra Trump e Kim, ancora previsto per il 12 giugno a Singapore e – si spera – destinato ad avviare seri negoziati tra le due parti. In ogni caso, l’Asia è sempre più al centro dell’attenzione internazionale, come è apparso evidente al vertice annuale sulla sicurezza dell’Asia (il Dialogo Shangri-La) indetto dall’International Institute for Strategic Studies (IISS).
Nel suo intervento, il Premier indiano Narendra Modi ha tratteggiato una visione di futuro condiviso per l’Asia e il mondo intero, abbastanza antitetica agli assiomi geopolitici degli stessi organizzatori britannici. Come antica e grande potenza nella regione indo-pacifica, l’India intende svolgere il ruolo che le spetta nel dare forma all’emergente Nuovo Paradigma, ha dichiarato Modi.

Una chiave per il nuovo “secolo asiatico” è il miglioramento dei rapporti tra India e Cina, i quali, nonostante i progressi recenti, sono ancora difficili e risentono delle ingerenze geopolitiche occidentali che tendono a esacerbare le rivalità. Modi ha affrontato questo tema nel suo discorso, notando che durante il recente incontro informale con il Presidente Xi è diventato chiaro per entrambi che “rapporti forti e stabili tra le nostre due nazioni sono un fattore importante per la pace e il processo globali […] Credo fermamente che l’Asia e il mondo avranno un futuro migliore quando India e Cina collaboreranno con fiducia e sensibilità negli interessi reciproci”.

Un un interessante riflesso dell’ordine mondiale multipolare auspicato, Modi ha parlato della “autonomia strategica” dell’India nel mantenere il partenariato con Stati Uniti, Giappone, Corea, Russia, Cina e Africa, non facendo alcuna menzione dell’Europa – forse perché questa, attaccata al vecchio paradigma geopolitica, è destinata a divenire irrilevante.