Pubblichiamo qualche nuovo particolare sull’intervento di Helga Zepp-LaRouche a Pechino di qualche giorno fa

L’edizione in cinese dello studio dell’EIR “La Nuova Via della Seta diventa il Ponte Terrestre Mondiale”, presentata recentemente da Helga Zepp-LaRouche a Pechino, è stata pubblicata grazie all’Istituto Chongyang per gli Studi di Finanza, che ha anche organizzato il simposio di presentazione dell’opera.

L’istituto fondato pochi anni fa da alcuni diplomati dell’Università Renmin, si concepisce come un esempio di quel nuovo tipo di organismo di ricerca ed elaborazione concettuale che era stato auspicato dal Presidente Xi Jinping, che mira a trarre beneficio da analisi di alta qualità della situazione mondiale ed a valutare consigli politici per l’ingresso della Cina e del mondo in una nuova epoca di rapporti internazionali. Wang Wen, direttore esecutivo dell’istituto, e Fu Jianming, vicepresidente del Phoenix Publishing & Media Group, che ha stampato la versione cinese dello studio, hanno introdotto il simposio aperto ai giornalisti.

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Wang Wen

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Helga Zepp-LaRouche

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William Jones

La genesi di un nuovo paradigma

Prendendo la parola, Helga Zepp-LaRouche ha ricordato il proprio ruolo nella germinazione dell’idea oggi nota in Cina come “One Belt, One Road” [una cintura, una via].

Ha spiegato che, insieme al marito Lyndon LaRouche, dopo il crollo dell’Unione Sovietica lavorarono ad un programma di sviluppo economico mondiale che li occupava da decenni, culminato in un piano di integrazione dell’intero continente eurasiatico.

Il piano, lo ricordiamo, prevede l’estensione di una rete di treni ad alta velocità coinvolgente le nuove nazioni indipendenti dell’Asia Centrale e le regioni sottopopolate della Russia centrale. La conseguente creazione di corridoi per il commercio e lo sviluppo economico regionale tra Europa e Asia condurrebbe quelle nazioni e quelle regioni all’interno del flusso internazionale di commercio e scambi tra nazioni. Il progetto fu denominato inizialmente “Ponte Terrestre Eurasiatico”.

Le discussioni con esponenti del governo cinese nei primi anni Novanta culminarono con una conferenza a Pechino sotto gli auspici del Ministero cinese per la Scienza e le Tecnologia. La conferenza del 1996 riunì esperti cinesi e di altre trentaquattro nazioni eurasiatiche, i quali poterono ascoltare la descrizione del progetto dalla voce della signora LaRouche.

La crisi finanziaria che colpì l’Asia nel 1997 e la crisi del rublo del 1998 arrestarono il processo di convergenza degli interessi nazionali sul progetto. Fu solo nel settembre 2013 che, nel suo famoso discorso presso l’Università Nazarbayev in Kazakistan, il Presidente Xi Jinping riportò la giusta attenzione sul progetto, chiedendo la creazione di una cintura economica – una nuova via della seta – che unisse Europa e Asia.

Il concetto di Nuova Via della Seta è coerente con il nuovo paradigma per l’umanità a cui lavora lo Schiller Institute e sancisce il giusto allontanamento dalla geopolitica, ideologia responsabile delle ultime due guerre mondiali. Esso fa riferimento agli scopi comuni dell’umanità: questa è la sostanza della “politica win-win” [politica di mutuo sviluppo] promossa da Xi Jinping. Mentre “One Belt, One Road” è divenuto il termine comune di riferimento in Cina, la signora LaRouche ha sottolineato l’importanza di “mantenere l’uso del termine Nuova Via della Seta, poiché esso esprime questa visione culturale della cooperazione, già presente nella vecchia Via della Seta”.

Le crisi dell’Asia sudoccidentale e i flussi migratori dalle zone di guerra create dalla politica di Bush e Obama possono essere affrontati soltanto da un cambiamento generale e radicale, come hanno riconosciuto recentemente molte nazioni europee. Non è sufficiente combattere con le armi le milizie e i terroristi; occorre un programma di ricostruzione economica dell’intera regione, per offrire alle nuove generazioni una prospettiva futura, lontano dalle seduzione della violenza.

“Possiamo estendere la Nuova Via della Seta fino all’Asia sudoccidentale, creando centri e poli di sviluppo. Possiamo inverdire il deserto e creare nuove città. La Nuova Via della Seta può costituire l’ordine di pace che auspichiamo per il Ventunesimo Secolo. Se avrà successo, darà vita ad una nuova era di civilizzazione; se fallirà, entreremo in una Nuova Epoca Buia”.

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Invertire la rotta quarantennale verso il disastro

Il responsabile dell’ufficio dell’EIR a Washington, Bill Jones, ha sottolineato la grandiosità delle possibilità offerte da questo progetto al mondo intero. Ha ricordato come nel 1975 Lyndon LaRouche propose la creazione di una Banca Internazionale per lo Sviluppo al fine di finanziare lo sviluppo del Terzo Mondo e come il Ministro degli Esteri della Guyana Fred Wills presentò, in collaborazione con LaRouche, un appello all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1976 per un Nuovo Ordine Economico Mondiale e la cancellazione del debito delle nazioni in via di sviluppo.

“Non si ebbe, tuttavia, alcun nuovo ordine economico, alcun annullamento del debito”, ha detto Jones. Il mondo, invece, entrò in una nuova fase di espansione inflazionaria del sistema finanziario mondiale, che racchiude un debito impagabile di 2 milioni di miliardi di dollari. “Il progetto del Presidente Xi Jinping di costruzione dei due bracci, terrestre e marittimo, della Nuova Via della Seta offre la possibilità di invertire questa traiettoria pericolosa”, ha affermato.

“Il mondo è stupito dallo sviluppo della Cina nell’ultimo decennio e ora la Cina sta offrendo al resto del mondo la via di uno crescita simile”.

Jones ha fatto notare anche che, mentre l’amministrazione americana ha mostrato scarso entusiasmo per il progetto, aumenta la comprensione negli Stati Uniti, in particolar modo ai livelli statale e di contea in cui si sentono pesantemente gli effetti della crisi finanziaria, e tra gli imprenditori, che ciò che la Cina sta facendo – e offrendo al mondo – rappresenta un barlume di speranza su una situazione altrimenti disastrosa dal punto di vista economico.

L’apprezzamento degli esperti

Gli interventi della signora LaRouche e di Bill Jones sono stati accompagnati dai commenti di otto emeriti studiosi cinesi. La loro reazione alla lettura dello studio è stata assolutamente entusiastica. Il professor Bao Shixiu, un tempo docente di strategia militare presso l’Accademia di Scienze Militari, ha affermato che unire le nazioni della regione attorno all’iniziativa della Nuova Via della Seta è il compito di oggi.

“È anche correlato alla nozione di buon governo e chiunque abbia buoni sentimenti in proposito. Creeremo pertanto un buon vicinato e cominceremo a costruire un destino comune europeo”, ha commentato, aggiungendo che questa era l’idea già dietro alla nozione del Ponte Terrestre Eurasiatico propagandato dallo Schiller Institute negli anni Novanta.

Ding Yifan, ex vicedirettore dell’Istituto per lo Sviluppo Mondiale del Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, ha sottolineato l’importanza dei concetti economici di Lyndon LaRouche, che sono alla base dello studio in esame.

“Conosco lo Schiller Institute da molto tempo. Ho imparato molto da loro. Hanno delle idee davvero notevoli sull’economia; sottolineano il concetto dell’economia fisica. Lyndon LaRouche ha sviluppato la nozione di neghentropia per caratterizzare le leggi sottostanti a un’economia che opera in modo sano”.

“Helga Zepp-LaRouche propose il concetto di Ponte Terrestre Eurasiatico come concetto per scongiurare la guerra”.

“Il nuovo concetto della cintura e della via ha attirato l’attenzione del mondo intero… Non possiamo permettere al capitale di controllare ogni cosa. Dobbiamo essere noi a controllare il capitale”.

Shi Ze, dell’Istituto Cinese per gli Studi Internazionali, ha spiegato come il pensiero geopolitico sia il problema centrale del mondo odierno.

“La geopolitica ci ha portati all’odierna situazione pericolosa. Lo scopo dello studio è sviluppare un concetto per sostituire la geopolitica. Ho trovato questo concetto nel libro”.

“D’altra parte v’è l’aspetto economico, che è l’enfasi nella creazione delle infrastrutture. Dobbiamo considerare il bisogno di infrastrutture dellf altre nazioni”.

“Sono sicuro che il Ponte Terrestre sarà sviluppato e credo che la signora LaRouche abbiamo compiuto grandi progressi con le sue idee”.

Tao Qingmei, della Fondazione Lunga Via di Pechino, ha notato che lo studio affronta anche la questione del nuovo ordine economico e dei nuovi rapporti tra le nazioni.

“Questo libro riflette la visione di esperti americani e li rispetto molto. Dovremmo ripensare il mondo sulla base dei nuovi rapporti tra le nazioni”.

Wang Xiangsui, direttore del Centro per gli Studi Strategici dell’Università di Pechino per l’Aeronautica e l’Astronautica, ha definito lo studio “una rotta per il futuro”.

“Oggi dobbiamo procedere da un punto di vista regionale, che coinvolga l’economia, la politica e la cultura. La Cina sta imparando dalle altre nazioni. Questo libro è importantissimo sotto questo aspetto”.

Zhang Jianping, direttore del Dipartimento per la Cooperazione Economica Internazionale della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, ha sottolineato la natura collaborativa dell’Iniziativa per la Nuova Via della Seta e la sua apertura a tutte le nazioni. Pur rimarcando lo scetticismo da parte americana a proposito del progetto, ha detto di aver osservato un cambiamento nella politica, in particolare nella visione che gli Stati Uniti hanno della Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali (BAII/AIIB). Zhang ha detto di sentire che lo studio, che corona il lavoro ventennale dello Schiller Institute, è un elemento importante nella promozione dell’idea di una Nuova Via della Seta all’interno degli Stati Uniti.

Zhao Changhui, della Banca Cinese per le Esportazioni e le Importazioni, ha lodato la casa editrice per l’opera di diffusione. Ha definito il progetto un’iniziativa millenaria.

“Quando si legge lo studio occorre domandarsi come fare a realizzarlo davvero. Ci porta a riflettere sui nostri obblighi”.

Ha aggiunto che gli studiosi dovrebbero davvero sviluppare una visione di lungo periodo, come quella riflessa nello studio dell’EIR.

Liu Ying, direttore del Dipartimento per la Ricerca Cooperativa presso l’Istituto Chongyang, ha notato che lo studio parte da una prospettiva globale, aggiornata al punto che la si può definire una prospettiva spaziale.

“Lo studio prevede il futuro piuttosto che limitarsi a spiegare il passato”.

Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della traduzione cinese. L’Istituto Chongyang ha già ordinato mille copie per distribuirle tra i suoi soci e tra i circoli di studiosi e intellettuali della Cina.

Molte testate giornalistiche hanno dato risalto all’iniziativa, come se si fosse trattato della prima analisi da parte di “studiosi americani” del progetto cinese. Ma non sono mancati gli articoli che hanno riconosciuto i meriti della signora LaRouche e dello Schiller Institute, veri iniziatori del progetto.

La partecipazione di personalità di spicco attesta che lo studio dell’EIR è ritenuto una fonte autorevole nella maturazione del progetto “One Belt, One Road” e che i concetti economici che Lyndon LaRouche ha elaborato negli oltre cinquant’anni di attività politica sono diventati un punto fermo per gli intellettuali della più popolosa nazione del mondo.

Il dossier in lingua inglese è stato pubblicato nel novembre del 2014. Si compone di oltre quattrocento pagine, tra le quali quelle dedicate al concetto di “metrica del progresso” sviluppato da Lyndon LaRouche e all’esposizione dei modi per i quali lo sviluppo della Nuova Via della Seta potrà promuovere le economie nazionali di ciascuna regione del mondo.

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