Il divario tra la realtà e la narrazione sulla guerra in Ucraina è sempre più ampio in Occidente, come si è visto nel secondo anniversario del conflitto. Giorgia Meloni ha voluto inaugurare la presidenza italiana del G7 tenendo la riunione del gruppo a Kiev, con discutibile successo. Mentre lei si è recata lì con il capo della Commissione UE Ursula von der Leyen e il primo ministro canadese Trudeau, Emmanuel Macron non ha partecipato alla videoconferenza, delegando il suo ministro degli Esteri a questo compito. Il comunicato finale del G7 afferma un sostegno “incrollabile a lungo termine” a Kiev, il congelamento dei beni russi fino a quando l’Ucraina non sarà ricostruita, il non riconoscimento dei risultati elettorali a Mosca, nuove sanzioni e un avvertimento alla Russia “a cessare immediatamente le ostilità”. A margine del G7, Francia, Germania e Italia hanno firmato accordi non vincolanti sulla sicurezza e sul sostegno a lungo termine all’Ucraina.
Zelensky ha ringraziato la presidenza del G7 annunciando una lista di proscrizione personalità italiane “pro-Putin”, senza che Roma abbia protestato per questa palese interferenza.
Tuttavia, come abbiamo notato la scorsa settimana, la disfatta ucraina ad Avdeyevka sta aprendo gli occhi oltre Atlantico. Due precedenti sostenitori della guerra della NATO ora proclamano che Kiev non ha alcuna possibilità di vittoria. In un editoriale del 22 febbraio su The Hill, il quotidiano politico di Washington, intitolato “L’Ucraina non può più vincere”, il Col. Joe Buccino, analista presso il Department of Defense Innovation Board, scrive: “Mentre si avvicina il secondo anniversario dell’invasione russa e l’ultimo pacchetto di aiuti per l’Ucraina si blocca al Congresso, dobbiamo essere lucidi sul futuro. L’Ucraina non può vincere questa guerra. Il sostegno americano non cambierà questa realtà.”
Il 20 febbraio, in occasione di un briefing virtuale del Council on Foreign Relations per i media, il Senior Fellow Charles Kupchan ha espresso la sua totale sorpresa per la rapida disintegrazione delle forze ucraine: “Gli eventi sul campo di battaglia si sono inclinati a favore della Russia in un modo che sorprende quasi tutti, me compreso (…) E, di conseguenza, anche se la Russia può mantenere la rotta, non credo che l’Ucraina possa farlo”.
Persino la narrazione occidentale sulla morte di Alexander Navalny, che era stata gonfiata e attribuita a Putin per coprire le brutte notizie dal campo di battaglia, si sta sgretolando, dopo che nientemeno che il capo dell’intelligence militare ucraina in persona, Kyrylo Budanov, ha annunciato il 26 febbraio di avere informazioni che Navalny è morto per cause naturali. Budanov ha dichiarato ai giornalisti durante il forum “Anno 2024”: “Forse vi deluderò, ma sappiamo che è morto per un coagulo di sangue. È più o meno confermato”.