Mentre la BCE e l’Unione Europea continuano a premere per la loro politica di salvataggio delle megabanche, e ad impedire un serio dibattito sulla netta separazione tra banche commerciali e banche d’affari, il tema resta d’urgente attualità.

In Italia, dove in settembre potrebbe cominciare la discussione al Senato sui vari disegni di legge per la separazione bancaria, è stata presentata e registrata un giorno prima della chiusura delle camere un nuovo disegno di legge ad opera dell’on. altoatesino Manfred Schullian. Il ddl è sulla falsariga di quello stilato dal consigliere regionale toscano Gabriele Chiurli e inviato alle Camere il 2 luglio dall’assemblea toscana, ed è stato presentato con l’esplicita intenzione di far chiarezza distinguendo tra la separazione netta e quella soft suggerita, ad esempio, dal ddl presentato al Senato dal Partito Democratico.

Luciano Gallino, professore emerito all’Università di Torino e presidente onorario dell’Associazione Italiana di Sociologia, ha sfidato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi a imitare il Presidente americano Franklin Roosevelt attuando la sua migliore riforma: il Banking Act del 1933.

In un articolo del 19 agosto su La Repubblica, dal titolo “Quattro anni sprecati“, Gallino dipinge un quadro a tinte fosche dei risultati della politica di austerità dell’UE: perdita di capacità produttive, aumento della disoccupazione e sei milioni di italiani che vivono al di sotto del livello di povertà. Poi cita il discorso inaugurale di Roosevelt nel marzo 1933, spiegando che “nel giro di poche settimane Roosevelt creò tre agenzie per l’occupazione che in pochi mesi diedero un lavoro a quattro milioni di disoccupati, e attuò la più grande ed efficace riforma del sistema bancario che si sia mai vista in Occidente, la legge Glass-Steagall. Ci faccia vedere qualcosa di simile, Matteo Renzi, in tempi analoghi, e cominceremo a pensare che il suo governo potrebbe anche risultare meno disastroso di quanto oggi non sembri”. Gallino è autore tra l’altro del libro Il colpo di stato di banche e governi, che denuncia “l’eliminazione della democrazia a puntate” attuata in Europa sotto l’egida dello stato di eccezione.