Anche in Francia gli allevatori vanno in bancarotta (500 suicidi negli ultimi mesi). Pubblichiamo la dichiarazione di Jacques Cheminade su come uscire dalla crisi.

Arrestiamo i fallimenti degli agricoltori

di Jacques Cheminade, Presidente di Solidarité et Progrès
26 agosto 2015

I nostri allevatori e i nostri produttori di latte sono indebitati fino al collo, come la Grecia. Una stalla su dieci è sull’orlo del fallimento e con un prezzo del latte al di sotto dei 35 centesimi al litro, non si può più andare avanti. Con l’innalzamento dei prezzi dei mangimi la situazione peggiorerà ancora di più.
Non è offrendo piccoli omaggi né spendendo belle parole, come fa il governo, né sfruttando la paura, come fa Marine Le Pen, che ci si può salvare.
È un’altra politica che occorre mettere in atto. Essa è possibile se si prende il toro economico per le corna, unendo i produttori e consumatori contro le imposizioni delle oligarchie finanziarie sull’agricoltura.

L’urgenza: garantire un prezzo congruo

  1. Far cessare le sanzioni contro la Russia, ottenendo in cambio degli ordini considerevoli di carne di maiale e di prodotti caseari. Arrestare lo strangolamento della Grecia ritrovando il nostro mercato per i nostri vitelli.
  2. Ristabilire dei prezzi minimi garantiti, corrispondenti a ciò che è necessario alla conduzione di una stalla, compreso il rimborso dei prestiti.
  3. Ritornare a una vera preferenza europea. Bruxelles non deve più essere la cinghia di trasmissione della pattumiera di Chicago.
  4. Attuare una moratoria e una ristrutturazione del debito degli agricoltori, regione per regione, settore per settore, fino nello specifico della situazione personale.
  5. Arrestare l’accumulazione delle norme e dei regolamenti “ecologici” o “climatici” che consegnano i produttori alla concorrenza dei Paesi che non ne adottano.
  6. Arrestare i negoziati sul trattato di libero scambio transatlantico (TTIP), che non è altro che uno strumento di guerra economica con lo scopo di far cadere le nostre norme, i nostri regolamenti e le nostre legittime tutele.

L’obiettivo: chiudere il casinò finanziario mondiale

  1. Uscire dalla mondializzazione finanziaria senza fede né legge che distrugge il mondo contadino.
  2. Coordinare con i Paesi detti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Repubblica Sudafricana) la messa in opera di un nuovo ordine economico mondiale per il mutuo sviluppo (“win-win”).
  3. Sostenere da noi la moltiplicazione delle filiere corte, per mandare in corto circuito gli avvoltoi finanziari per i quali la terra è solo un substrato delle proprie speculazioni.
  4. Separare le banche, impedendo alle banche d’affari di offrire ai loro clienti fondi speculativi sui prezzi delle materie prime. Lasciare che il cibo dipenda dal gioco dei casinò finanziari mondiali è uno dei più grandi scandali della nostra epoca.

L’agricoltura deve essere il grande mestiere del futuro per nutrire 10 miliardi di esseri umani. Il sistema attuale, che la strangola, non è certo capace di farlo. Occorre cambiare con urgenza, se si vuole sfuggire a una politica criminale di spopolamento in un mondo che pone gli agricoltori in concorrenza controllata e falsata. Ecco ciò che proponiamo: prendete il toro per le corna insieme a noi, per rifiutarci di collassare come la Grecia.