Il rapporto sugli “interrogatori rafforzati” della CIA non riguarda solo gli USA. C’è un grande interrogativo sul ruolo svolto dall’ex Primo ministro britannico Tony Blair, che era un socio a pieno titolo, se non il controllore, della Casa Bianca sotto Bush-Cheney.

Il capo della potente commissione sui servizi della Camera, Sir Malcolm Rifkind, intende richiedere agli USA di fornire tutta l’intelligence sul ruolo della Gran Bretagna nei programmi di rapimenti e torture della CIA, intelligence che sembra essere stata cancellata dal rapporto su richiesta dei servizi segreti britannici.

Il parlamentare conservatore Andrew Tyrie, che presiede il gruppo trasversale contro le “extraordinary renditions”, ha dichiarato, secondo il Guardian, che la pubblicazione del rapporto ha reso “ancor più inaccettabile” il rifiuto britannico di investigare seriamente “sulle accuse di proprie strutture di rendition, e cioè di rapimento dei sospetti e della loro reclusione in luoghi dove possono essere maltrattati o torturati”. Tyrie ha chiesto una nuova indagine.

Il Guardian cita anche la parlamentare laburista Diane Abbott, che afferma: “Come primo passo dobbiamo sapere che cosa è stato espurgato dal rapporto” e in secondo luogo deve essere rivelato che cosa sapessero i ministri britannici all’epoca. “Per loro infamia, le autorità britanniche stanno ancora cercando di nascondere la propria complicità nelle torture. Abbiamo bisogno di conoscere quanto sapessero i ministri e, se non sapessero niente, perché”. La Abbott ha aggiunto che il partito laburista deve essere “completamente trasparente” sul suo coinvolgimento nell’affare.

Il ministro della Difesa britannico Michael Fallon ha chiesto che Blair e l’ex ministro degli Esteri Jack Straw chiariscano.