“Voglio il modello cinese. Perché quello che ha fatto la Cina è incredibile. Il modo in cui ha sconfitto la povertà non ha precedenti nella storia”. Sono parole del premier eletto pakistano Imran Khan, che ha annunciato al contempo che migliorerà i rapporti con il rivale storico, l’India. Le implicazioni positive di questo sviluppo per la pace in Asia e nel mondo non vanno sottovalutate.

Le parole del neoministro pakistano palesano il contagio dello spirito della Nuova Via della Seta, spirito condiviso dai Paesi africani e in via di sviluppo che hanno partecipato al decimo vertice dei BRICS a Johannesburg (dal 25 al 28 luglio), dove si è discusso come applicare il “modello cinese” all’Africa nel contesto dell’Iniziativa Belt and Road. Il Presidente cinese Xi ha auspicato che le nazioni africane “facciano un balzo” nel loro sviluppo industriale, mentre il Presidente russo Putin ha offerto la tecnologia nucleare di Mosca per contribuire a questo sforzo.

In realtà sono stati tre i vertici tenutisi a Johannesburg: il vertice dei BRICS vero e proprio (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa); il cosiddetto BRICS Plus (con Indonesia, Turchia e Argentina) e il vertice cosiddetto BRICS Africa Outreach, coi leader africani. L’inclusione di nazioni terze nelle iniziative dei BRICS non è nuova, ma questa volta è risultato chiaro che una piattaforma così allargata sarà la chiave per la futura cooperazione.

“Assistiamo”, ha scritto il 28 luglio Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, “a un nuovo orientamento da parte dei Paesi emergenti e in via di sviluppo ispirato dalla Cina, verso un ordine economico mondiale fondato esclusivamente su principii diversi”.

“Mentre l’Occidente cerca disperatamente di salvare il vecchio paradigma del sistema economico liberista, sempre più nazioni cooperano con le nazioni dei BRICS, la Shanghai Cooperation Organization (SCO) e altri organismi nell’ambito della Nuova Via della Seta e sulla base della cooperazione win-win, dimostrando che il mondo può diventare molto più umano” ha scritto la signora LaRouche.

I tentativi disperati dell’Occidente includono le reazioni ostili al vertice Trump-Putin, che hanno costretto i due leader a rinviare la visita, già annunciata da Trump, del Presidente russo alla Casa Bianca. Tuttavia, più il Deep State diventa isterico, coi suoi media screditati, e più cresce il sostegno della popolazione americana al dialogo con Mosca voluto dal Presidente Trump, preannunciando l’esito delle elezioni di metà mandato in novembre.

“L’Occidente deve scegliere” conclude Helga Zepp-LaRouche: “Accettare le varie offerte della Cina e contribuire a sviluppare l’Africa, l’Asia Sudoccidentale e l’America Latina coi BRICS e altre nazioni (…) o aggrapparsi a un sistema finanziario in bancarotta e senza speranza, orientato alla massimizzazione dei profitti per l’establishment a spese di larga parte della popolazione”.

“Questo significa che vi sarà un crac finanziario peggiore di quello del 2008 e un futuro in cui le nostre culture verranno messe in mostra nei musei dell’Africa e dell’Asia come esempi di società che hanno perso la capacità morale di sopravvivere”.