Il 31 marzo, il movimento sindacale tedesco ha finalmente preso l’iniziativa e lanciato un forte appello al Cancelliere Scholz con il titolo “Pace! Armistizio e sicurezza comune ora!”. L’appello, firmato da cento leader sindacali attivi, in pensione e da molti dirigenti locali socialdemocratici, è stato lanciato dallo storico Peter Brandt, figlio dell’ex cancelliere Willy Brandt, che negli anni Settanta aveva dato il via alla politica di distensione con l’Unione Sovietica. Tra gli altri promotori figurano Reiner Hoffman, ex presidente della confederazione sindacale DGB, e Reiner Braun, capo dell’Ufficio internazionale per la pace. Brandt e Braun sono anche tra i firmatari dell’appello per la pace di Sahra Wagenknecht e Alice Schwarzer. “Il conflitto si è trasformato in una sanguinosa guerra di posizione in cui ci sono solo perdenti. Gran parte dei nostri cittadini non vuole assistere ad una spirale di violenza senza fine. Invece del predominio militare, abbiamo bisogno del linguaggio della diplomazia e della pace”, si legge nella loro dichiarazione. “La politica di pace e di distensione, a cui dobbiamo l’unità tedesca e il superamento della divisione europea, non è obsoleta. Abbiamo sostenuto i suoi obiettivi in passato e continuiamo a farlo oggi”.
Il documento inoltre afferma che, nello spirito della “politica di pace e distensione”, si giunse “alla conferenza finale di Helsinki e alla Carta di Parigi per una nuova Europa e che occorre ripartire da lì.
La pace può essere raggiunta solo sulla base del diritto internazionale e solo con la Russia”. Pertanto, i firmatari “incoraggiano il Cancelliere federale, insieme alla Francia, a persuadere in particolare Brasile, Cina, India ed Indonesia a mediare per ottenere rapidamente un cessate il fuoco. Questo sarebbe un passo necessario per fermare le morti e sondare le opportunità di pace. Solo così si potrà spianare la strada verso un ordine di sicurezza comune in Europa” (https://frieden-und-zukunft.de/2023-04-01_aufruf-frieden-schaffen/).
L’ambasciatore ucraino in Germania, Oleksii Makeiev, ha immediatamente denunciato l’appello, affermando che il suo unico scopo sarebbe quello di coprire i crimini di guerra russi e la responsabilità di Mosca nella guerra. Il viceministro degli Esteri ucraino Andriy Melnyk è stato ancora meno diplomatico, twittando: “Andate al diavolo con la vostra idea senile di raggiungere un ‘rapido cessate il fuoco’ e di ‘fare la pace solo con la Russia’”.
Si sta mobilitando anche un’ala del Partito Die Linke (la sinistra) che non ha dimenticato il proprio statuto di partito dei lavoratori. Il 30 marzo Klaus Ernst, fondatore e deputato della Linke, si è scagliato contro la dirigenza del partito per aver indebolito la sinistra con la sua “agenda verde”. “Mi chiedo perché la dirigenza del partito non sembri preoccupata del fatto che una volta i lavoratori erano il 20% degli elettori e oggi sono solo il 2%… Invece di analizzare questo aspetto, si chiede a [Sahra] Wagenknecht (…) di spiegare se stia fondando o meno un proprio partito. Tutto questo è assolutamente incomprensibile e porta alla scomparsa della sinistra”.
Klaus Ernst ha anche difeso la manifestazione per la pace del 25 febbraio a Berlino promossa dalla Wagenknecht e da Alice Schwarzer (foto) ed ha denunciato la dirigenza del partito che non l’ha sostenuta. “Abbiamo assistito ad una delle più grandi manifestazioni per la pace di questa repubblica negli ultimi anni e la direzione del partito non riesce a riunirsi per sostenerla. Che razza di sinistra è questa? Il cittadino normale ha ragione a chiedersi chi rappresentiamo a questo punto”.