Le spettacolari azioni messe in scena da settimane dagli agricoltori di tutta Europa sono riuscite a bloccare temporaneamente il “Green Deal” dell’UE, e questo non è un risultato da poco. Ma c’è ancora molto da fare. Laddove esse hanno partecipato alle proteste, le associazioni ufficiali degli agricoltori di alcuni Paesi, dopo aver ottenuto la promessa di concessioni, hanno sospeso le agitazioni, ma la protesta si allarga ad altri Paesi, tra cui Irlanda, Spagna, Bulgaria e Polonia, e manifestazionisono previste per la fine del mese in Slovacchia e Repubblica Ceca.
In Irlanda, oltre alle importazioni di prodotti agricoli a prezzi stracciati, un tema caldo è l’intenzione del governo di abbattere 200.000 mucche per ridurre le emissioni. In Polonia, gli agricoltori si oppongono con veemenza alla decisione della Commissione europea di consentire l’importazione in franchigia di grano e altri prodotti dall’Ucraina, organizzando proteste ai valichi di frontiera sia con l’Ucraina che con la Germania.
Gli agricoltori slovacchi sono pronti a unirsi ai colleghi dei Paesi vicini del gruppo di Visegrad (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) per opporsi al “fanatismo verde” dell’UE. La Camera dell’Agricoltura ceca ha invitato gli agricoltori di tutta Europa a intraprendere azioni congiunte e il 12 e 13 febbraio si è discusso del coordinamento di tali eventi. L’obiettivo è organizzare incontri entro la fine di febbraio.
In Italia, mentre una parte degli agricoltori ha deciso di sospendere la protesta, i Comitati Riuniti Agricoli (CRA) hanno rifiutato le concessioni offerte dal governo e hanno annunciato una manifestazione con oltre 20.000 agricoltori per il 15 febbraio a Roma. In Spagna, alle proteste degli agricoltori si sono uniti i tassisti e i camionisti. Lola Gúzman Sáez, portavoce della Piattaforma 6F, ha accolto con favore la decisione della “Piattaforma nazionale per la difesa del settore dei trasporti”, che riunisce 20.000 aziende di trasporto autonome e piccole e medie imprese, di unire le forze con gli agricoltori per indire uno “sciopero nazionale a tempo indeterminato” a partire dal 10 febbraio. Due delle federazioni sindacali spagnole, la CCOO e la UGT, hanno rilasciato dichiarazioni di sostegno allo sciopero. Il 13 febbraio si è svolta una grande manifestazione a Barcellona e il 21 febbraio è prevista un’altra manifestazione nazionale a Madrid.
Molto importante per la Germania è la protesta degli agricoltori che, con 400 trattori, hanno protestato contro la militarizzazione e i tagli al bilancio del settore civile in occasione della cerimonia di inaugurazione di una fabbrica di munizioni della Rheinmetall, alla quale hanno partecipato il Cancelliere Scholz e il Ministro della Difesa Pistorius. A Brunsbuettel è stata creata una “Comunità PMI”, che ha bloccato insieme agli agricoltori le strade di accesso al complesso industriale ChemCoast, situato all’estremità occidentale del Canale di Kiel. Come in Spagna, l’idea è di riunire agricoltori e manifestanti di altri settori dell’economia per azioni congiunte più incisive nei prossimi cicli di proteste.