Il crollo dei prezzi del petrolio e lo scoppio della bolla del fracking ha decimato intere comunità che ne dipendono per la loro econonomia. Nei campi petroliferi delle province canadesi di Alberta e Saskatchewan, nel Canada, i tassi di suicidio tra i lavoratori licenziati è aumentato del 30% nei primi sei mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo nel 2014.

La provincia di Alberta è il secondo esportatore e il quarto produttore mondiale di gas naturale. Quando i prezzi salivano, fu avviato un vasto sfruttamento di petrolio e gas di scisto, creando la ricchezza pro capite più alta del mondo dopo il Qatar. Ora l’intero settore sta chiudendo, con massicci licenziamenti che colpiscono anche il settore downstream (raffinerie e polimeri). La disoccupazione è aumentata di oltre il 100% in un anno. Alberta ha perso 63.500 posti di lavoro nei primi otto mesi dell’anno, secondo le statistiche ufficiali. Si tratta delle più alte perdite dalla crisi economica del 2009.