Al vertice di tre giorni su “Acqua e clima” che si è tenuto a Roma il 23-25 ottobre, le questioni del Lago Ciad e del progetto Transaqua sono state affrontate in un dialogo a distanza tra il capo del governo italiano e il segretario esecutivo della Commissione per il Bacino del Lago Ciad. Il primo giorno, Gentiloni ha parlato della “vicenda del lago Ciad, lago che alimenta un bacino di settanta milioni di persone, diversi paesi, la cui crisi gravissima negli ultimi decenni ha provocato effetti notevoli: si calcolano due milioni e mezzo di persone sfollate in quel bacino, regioni fragilizzate. Ci sono persino relazioni evidenti tra la crisi idrica del lago Ciad e l’emergere di minacce terroristiche in alcune di quelle regioni e in particolare i rapporti tra quella crisi ambientale e gli spazi che la minaccia terroristica di Boko Haram trova in quella zona. Dunque dobbiamo essere tutti consapevoli, tutti impegnati”.

Queste dichiarazioni di Gentiloni hanno dato al segretario esecutivo della Commissione per il Bacino del Lago Ciad, Sanusi Abdullahi, l’occasione di chiedere aiuto nel finanziamento di grandi progetti di trasferimento idrico come il progetto Transaqua. Parlando nell’ultima sessione del secondo giorno, Abdullahi ha prima ringraziato Gentiloni per aver affrontato la questione e poi, rispondendo a una domanda del condirettore dello Strategic Alert Claudio Celani sul tipo di aiuto che si aspetta dal governo italiano, il capo della LCBC ha detto che Roma dovrebbe finanziare lo studio di fattibilità.

Abdullahi ha ricordato che la prima idea di un piano per il trasferimento idrico, il progetto Transaqua, fu sviluppata dall’impresa italiana Bonifica molti anni fa. L’LCBC ha appena concluso un accordo con PowerChina per un aggiornamento sulla situazione del Lago Ciad e “sono lieto di annunciare che Bonifica, il team iniziale che concepì il sogno (….) del progetto Transaqua – che va ben oltre il trasferimento di acqua dal bacino del Congo al Sahel – è anch’essa un partner di PowerChina nella realizzazione di questo progetto”.

Infatti, le due imprese hanno concordato di studiare la fattibilità del progetto Transaqua, e nell’ambito di questo studio, la fattibilità di una prima sezione del “trasferimento idrico tra i due bacini”. In questo contesto, la Commissione cerca ulteriore sostegno, in particolare per condurre lo studio di fattibilità e assicurare che il programma “sia economicamente fattibile e sostenibile, e in questo contesto chiediamo al governo italiano di sostenerci finanziariamente e politicamente (…) per realizzare questo sogno”. Il progetto può fungere da catalizzatore per altri progetti pan-africani, che colleghino l’Africa centrale all’Africa occidentale, e al Sahel e “generino occasioni per l’industrializzazione nel contesto di (…) attività di lavoro che costituiscono un programma di irrigazione su vasta scala”.