Alla vigilia della partenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani per la Cina e tra speculazioni su un’uscita dell’Italia dal memorandum sulla Via della Seta, l’ex premier ed ex presidente della Commissione EU Romano Prodi ha esortato il governo a coinvolgere Pechino in un grande progetto di sviluppo dell’Africa. In particolare, Prodi ha suggerito al governo di dare sostanza al „Piano Mattei” facendosi capofila a livello internazionale del progetto „Transaqua” per il trasferimento idrico dal bacino del Congo al Sahel.
„Transaqua potrebbe essere una meravigliosa proposta – ha dichiarato Prodi – e l’Italia, che oggi lavora ad un Piano Mattei per l’Africa, potrebbe fare da capofila, perché da sola non può farcela. Occorre una forte azione di sano lobbying, facendo appello all’Europa, alle Nazioni Unite, all’Unione Africana, agli Stati Uniti e anche alla Cina se serve. Occorre la collaborazione di tutti e un cambio di paradigma. È ora di finirla con gli approcci separati in Africa, per i quali, è ormai sotto gli occhi di tutti, la Francia sta pagando un prezzo altissimo”.
Prodi ha rilasciato le sue dichiarazioni a Francesca Ronchin, nel contesto di un articolo pubblicato sulla rivista Analisi Difesa il 30 agosto dal titolo „Transaqua, il Piano Mattei boicottato da Francia e UE”. L’articolo ricostruisce l’intera storia di Transaqua, dall’inizio ai giorni nostri, e denuncia l’opposizione esercitata da Francia, Gran Bretagna e Unione Europea negli anni. L’articolo contiene interviste originali con Prodi, con il CEO dell’impresa Bonifica Romina Boldrini, l’ex senatore Tony Iwobi, l’ex ministro delle Acque nigeriano Suleiman Adamu e con il vicepresidente del consiglio scientifico della Commissione del Bacino del Lago Ciad (LCBC) Lawrence Freeman.
Tra gli esempi del boicottaggio di Transaqua, la Ronchin cita un rapporto del 2020 finanziato dal Commonwealth britannico e da istituzioni del governo francese („Soft Power, Discourse Coalitions and the Proposed Inter-Basin Water Transfer Between Lake Chad and the Congo River”), che giungeva persino ad accusare l’Italia di „intenti neocoloniali”. Secondo lo studio made-in-Canada, lo scopo di Transaqua, collocando l’idrovia al centro di un sistema più vasto di trasporti pan-africano, sarebbe „in linea con i precedenti sogni espansionistici dell’Italia nel Sahel”. „Insomma, per l’Italia, un glorioso ritorno alle velleità imperialistiche del passato. Una visione a dir poco paranoica rispetto alle reali intenzioni dell’Italia se si considera che ad oggi non sono stati trovati nemmeno i 3 milioni di euro necessari a realizzare lo studio di fattibilità”, chiosa l’autrice.
Quanto a Prodi, egli aveva già promosso Transaqua in pubblico (cfr. https://larouchepub.com/other/2020/4749-italy_s_prodi_puts_transaqua_b.html, con un background e una descrizione dettagliata del progetto). Stavolta, l’ex Premier prende di petto l’opposizione. „Quelle francesi – dice – sono obiezioni piuttosto curiose, come se in Africa non si debbano fare degli interventi infrastrutturali. Qui si tratta di aiutare la natura a recuperare una situazione di equilibrio interno a vantaggio dei popoli africani. E per capire l’importanza di Transaqua basta considerare che il bacino del Lago Ciad copre un ottavo del continente africano”.