Il 5 agosto dello scorso anno, il Presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi scavò la prima buca del nuovo Canale di Suez, un progetto che avrebbe dovuto raddoppiare il canale originale del 1869. Sfidando tutte le stime, El Sisi promise che il nuovo canale sarebbe stato completato in un anno. E infatti, il 6 agosto scorso si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione alla quale hanno partecipato numerosi capi di stato e di governo esteri, tra cui il Presidente francese François Hollande, il Primo ministro russo Dimitri Medvedev e il Primo ministro greco Alexis Tsipras, oltre a numerosi ministri da Cina, India, Gran Bretagna ecc. Per l’Italia ha partecipato il ministro della Difesa Pinotti. Il Presidente Obama, invece, ha dimostrativamente mandato solo l’ambasciatore al Cairo.

Come ha affermato El Sisi, il merito della riuscita del progetto va al popolo egiziano, che si è mobilitato non solo per fornire la manodopera, ma anche il finanziamento, acquistando obbligazioni non trasferibili, riservate solo a cittadini egiziani. Sono stati venduti certificati per 60 miliardi di sterline egiziane in tempo record.

Nel discorso pronunciato all’inaugurazione, il Presidente egiziano ha sottolineato che “l’Egitto è un grande paese e ha una civiltà di 7000 anni”, nel corso della quale il paese è vissuto “in armonia con le religioni celesti e non le ha contraddette”. Oggi, il nuovo dono che l’Egitto offre al mondo, ha affermato, non è più grande di quello che offrirono gli antichi egiziani, ma è stato realizzato in appena un anno. E non si tratta di un semplice prodotto dell’ingegneria: “Gli egiziani dovevano sentire, nel corso di un anno, che avevano guadagnato più fiducia e sicurezza. Come mostra la felicità della gente oggi, avevano bisogno di dimostrare a sé stessi e al mondo di essere capaci [di realizzare un tale progetto]”.

El Sisi ha notato che il canale è solo la prima fase di un progetto di sviluppo molto più ampio, mirante a trasformare l’intera economia nazionale. Egli ha fatto riferimento a un insieme di progetti che comprendono una rete stradale nazionale, la bonifica di mezzo milione di ettari di deserto e la costruzione di nuove città. Molti di questi progetti sono partiti e partiranno con l’aiuto dei BRICS.

Il giorno dopo la cerimonia, è stata posta la prima pietra del nuovo terminal per container a Porto Said, finanziato dalla Cina e attrezzato da un’impresa americana, che sarà in grado di servire le nuove classi di navi portacontainer. Il Primo ministro russo Medvedev ha detto ad Al Ahram che la Russia parteciperà alla costruzione di una zona industriale nell’area del canale, e forse costruirà la prima centrale nucleare del paese.

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