Il presidente del Parlamento siriano ha lanciato un appello ai parlamentari statunitensi per votare contro l’attacco militare e di cooperare con i legislatori siriani alla ricerca di una soluzione diplomatica.

In una lettera trasmessa il 6 settembre, Jihad Al-Laham evidenzia un aspetto che il partito della guerra regolarmente tenta di soffocare, e cioè che “il principale nemico comune delle nostre due nazioni è l’ideologia dell’odio wahabita rappresentata da Al-Qaida, Al-Nusra e dai loro affiliati”. Egli ricorda che il fattore principale negli attacchi dell’undici settembre fu proprio quella ideologia, “adottata e finanziata dai sauditi” e che i sauditi continuano a finanziare le madrasse jihadiste che addestrano i terroristi in tutto il mondo. La Siria, “l’ultimo stato secolare genuino rimasto in Medio Oriente”, sta ora combattendo contro decine di migliaia di jihadisti stranieri.

Il messaggio è accompagnato da una scheda che nega l’uso di armi chimiche da parte delle Forze Armate siriane, e afferma che un attacco sarebbe illegittimo perché la Siria non rappresenta alcuna minaccia contro gli Stati Uniti e il Consiglio di Sicurezza. “Invece di combatterci a vicenda”, conclude la lettera, “dovremmo lavorare assieme per applicare pienamente le risoluzioni 1373 e 1624 contro il terrorismo. Invece di essere nemici, dovremmo percorrere assieme la strada della pace e della verità”.

Non sorprende che il contenuto del messaggio di al Laham ha ricevuto poca attenzione dai media. Come Bush padre e figlio, Obama è determinato a coprire il ruolo dello snodo anglo-saudita nel finanziamento del terrorismo e del “cambiamento di regime” e a mantenere l’ignominiosa “relazione speciale” con l’Arabia Saudita.