Il 17 maggio il Senato USA ha approvato all’unanimità, a voce, la legge JASTA (Justice Against Sponsors of Terrorism Act), che permetterà alle famiglie delle vittime degli attacchi terroristici su suolo americano di denunciare gli stati stranieri che abbiano promosso e finanziato i colpevoli. La legge si applica in particolare alle vittime dell’undici settembre, le cui azioni legali contro il governo saudita sono state finora bloccate dall’immunità diplomatica.

Il testo ora va alla Camera. Dopo il voto al Senato, la Casa Bianca ha annunciato l’intenzione del Presidente Obama di “sopprimere” la legge (cioè di opporre il veto), in coerenza con la posizione finora tenuta. Rivelando la coda di paglia, Obama sostiene che se i cittadini USA sono autorizzati a intraprendere azioni legali contro i governi stranieri per il sostegno offerto ai terroristi, allora altri paesi potrebbero fare lo stesso con il governo USA.

Riad ha reagito immediatamente al voto, mandando un promemoria di centoquattro pagine a tutti i membri del Congresso, illustrando gli sforzi sauditi contro il terrorismo ma senza una parola sull’attività precedente all’undici settembre.

Il voto è avvenuto nel mezzo di una crescente campagna per ottenere la dissecretazione delle ventotto pagine del rapporto del Congresso che parlano del ruolo della Casata dei Saud e dei cittadini sauditi nel sostegno ai terroristi, di cui abbiamo ampiamente parlato. Appena prima della recente visita di Obama a Riad c’è stata una vera e propria esplosione di copertura mediale sul tema, che ha contribuito all’esito del voto al Senato.

La risoluzione introdotta da Walter Jones alla Camera, che chiede alla Casa Bianca di dissecretare quelle pagine è ora stata firmata da 58 deputati, sedici dei quali negli ultimi giorni. E un crescente numero di deputati ha chiesto di poterle leggere. Le condizioni finora poste sono ridicolmente rigorose: accesso ad un forziere sotterraneo strettamente sorvegliato, divieto di prendere appunti o rivelare il contenuto ecc. Quasi tutti coloro che le hanno lette ne chiedono la pubblicazione.

Inoltre, occorre fare piena luce sul ruolo dell’FBI nel sabotare l’inchiesta all’epoca, e ancora oggi, proteggendo gli informatori, sequestrando documenti cruciali e mentendo spudoratamente. I funzionari dell’FBI addirittura minacciarono l’ex senatore Bob Graham, che presiedeva la commissione d’inchiesta, intimandogli di cessare la campagna per denunciare il ruolo saudita.

Tuttavia, anche se l’FBI rappresenta un ostacolo, Graham ha riconosciuto che la responsabilità ultima ricade su Obama, affermando in un’intervista al Daily Beast il 18 maggio: “Dalla Casa Bianca è partita una chiara direttiva per evitare di imbarazzare i sauditi, perché la CIA, l’FBI, il Dipartimento di Giustizia, quello del Tesoro, il Dipartimento di Stato, tutti questi enti non suonerebbero lo stesso spartito se non lo volesse il compositore, e questi abita a 1600 Pennsylvania Avenue”.

Come Lyndon LaRouche ha ripetutamente sottolineato, dietro i sauditi e i turchi c’è l'”Impero Britannico”, che gestisce e finanzia ogni tipo di rete criminale, compreso il terrorismo internazionale, con i proventi del petrolio. Riguardo all’Arabia Saudita in particolare, non c’è separazione tra Riad e Londra. Questo deve essere smascherato.