Giovedì 10 gennaio Liliana Gorini, presidente di MoviSol, è stata nuovamente intervistata da Marisa Sottovia a Radio Gamma 5, sulla missione lunare cinese, che ripropone la questione cruciale della cooperazione “win win” con la Cina nella Nuova Via della Seta e l’impatto positivo che avrà sulla nostra economia. Purtroppo i nostri media, invece di parlare di questi grandi progetti infrastrutturali e di ricerca, parlano da settimane solo di un argomento, i 43 migranti a Malta. “Abbiamo perso il senso delle proporzioni” ha commentato Gorini. “Esistono grandi progetti che potranno rilanciare l’economia reale, l’occupazione, la ricerca scientifica, l’istruzione. La Cina sta puntando su questi progetti per abolire la povertà entro il 2020, mentre da noi in Italia Di Maio si limita ad annunciare “la povertà è stata abolita”, mentre non è affatto così, anzi, Toninelli con le sue analisi sui “costi benefici” ha riesumato la stessa mentalità liberista che ci ha portati alla rovina.

L’Italia ha urgente bisogno di infrastrutture, di treni veloci, di ponti che non crollano, di strade, di ospedali funzionanti, di scuole messe in sicurezza, ed è compito dello Stato investire in questi progetti, come fece Roosevelt con la TVA, facendo uscire gli Stati Uniti dalla Grande Depressione. “Il debito è un problema se viene creato per salvare gli speculatori, non se si investe nell’economia fisica”. La Cina è pronta ad investire in questi grandi progetti, e l’Italia collabora con la Cina ad alcuni di questi, tra cui il progetto Transaqua, un progetto italiano, per riempire il Lago Ciad, ed è chiaro che “solo un Piano Marshall per lo sviluppo dell’Africa fermerà gli sbarchi”. “Forse dovremmo affidare alla Cina anche la ricostruzione del Ponte Morandi, che rischia di essere rimandata alle calende greche”. Genova è uno dei porti della Via della Seta Marittima, insieme a Trieste e Venezia, e inizialmente erano previsti anche investimenti in Sicilia, poi annullati da parte italiana.

Alla domanda di un ascoltatore sulla presunta “trappola del debito” cinese Gorini ha risposto “a differenza del Fondo Monetario Internazionale, che impone condizioni capestro per i suoi prestiti, la Cina non impone condizioni”.

Ad una domanda sui gilet gialli e la Francia, Gorini ha citato la dichiarazione congiunta col l’ex candidato presidenziale francese Jacques Cheminade (vedi a fianco), che collabora coi gilet gialli proponendo loro punti programmatici positivi per porre fine alla politica di austerità di Macron, tra cui la separazione bancaria e una banca nazionale.