“Produire en France”, un’organizzazione fondata nel 2010 che si ripropone di riportare in patria le produzioni che sono state trasferite all’estero, ha tenuto il suo secondo congresso a Reims il 9 settembre, con la partecipazione di 450 piccoli e medi imprenditori che praticano il patriottismo economico.


Nel corso dei lavori, alcuni di loro hanno spiegato come sono riusciti a restare in Francia, o a riportare in Francia la produzione, e restare competitivi. Essendo praticamente impossibile competere coi Paesi che applicano bassi salari, molti hanno sottolineato l’importanza dell’innovazione e della forza lavoro altamente qualificata, e del proporre beni di qualità, che siano macchine utensili, vetro, attrezzature per i disabili o perfino call center.


Quest’anno, in vista delle elezioni presidenziali della primavera 2017, l’associazione ha invitato tutti i candidati presidenziali o i loro rappresentanti a presentare il proprio punto di vista su questa questione. Jacques Cheminade era tra loro, e sicuramente è stato l’unico a offrire il “quadro più grande”, ovvero l’urgenza di porre fine all’attuale sistema finanziario in cui sono Wall Street e la City di Londra a far legge.


Cheminade ha parlato della prospettiva presentata dalla Cina al vertice G20 ad Hangzhou, unita a quella dei BRICS. Il loro approccio, ovviamente, non è perfetto, ma è orientato a grandi progetti infrastrutturali ed è contro l’austerità. Rispondendo al timore che la Cina invada i mercati europei se le verrà concesso lo status di economia di libero mercato, Cheminade ha proposto invece che la Francia negozi la cooperazione settore per settore, “sulla base dei principii del protezionismo intelligente di un Friedrich List e un Maurice Allais, per evitare la concorrenza sleale.”


Questo implica che le industrie emergenti dovrebbero essere tutelate, il dumping va escluso, e gli interessi fondamentali della Francia vanno difesi. “No al TAFTA” (Transatlantic Free Trade Agreement) e “no al CETA” (l’accordo di libero scambio tra Canada e UE). In realtà, non abbiamo bisogno nemmeno dell’UE, ha detto Cheminade.


Allo stesso tempo, a livello nazionale, urge la separazione bancaria “come la legge Glass-Steagall di Roosevelt o il sistema che la Francia adottò nel 1945”, in modo che le banche di deposito e credito non dipendano più dalla speculazione sui mercati finanziari. La Francia dovrebbe “adottare una politica di credito pubblico per finanziare lo sviluppo delle aziende francesi. Il patriottismo economico significa essere capaci di controllare la moneta e il credito, che va destinato alle aziende che producono in Francia”.


Altre misure nazionali chieste da Cheminade includono un’IVA più equa, più credito per ricerca e sviluppo, in particolare per le piccole e medie imprese, e condizioni agevolate per i risparmi dei cittadini che vengono investiti nelle aziende che producono in Francia.