In un articolo scritto il 16 maggio, Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, riflette sulla sentenza della Corte costituzionale tedesca del 5 maggio, che invalida parzialmente la politica della BCE, e su come questa decisione dia all’Europa l’occasione di “un nuovo inizio”.

La sentenza della Corte di Karlsruhe, ha scritto, “è simile nel suo impatto a un’esplosione sottomarina tale da scatenare uno tsunami, il quale si diffonda a onde lunghe prima di raggiungere la costa”. Essa mette in discussione non solo una politica che – come giustamente indicano i giudici costituzionali tedeschi – favorisce le banche a spese dei cittadini, ma sposta anche l’equilibrio dei poteri tra le istituzioni sovrannazionali dell’UE e le istituzioni nazionali dei Paesi membri. La BCE (Banca Centrale Europea) e la Corte di Giustizia Europea (CGUE) hanno un primato sconfinato su tutte le corti costituzionali o supreme nazionali, anche se è evidente che non esistano un popolo europeo, o altre autorità, nonostante i trattati di Maastricht e Lisbona, che in caso di dubbio possano difendere il benessere dei Paesi membri”.

Uno dei giudici della Corte di Karlsruhe, Peter Huber, ha dichiarato in un’intervista che il messaggio alla BCE è che “non è il padrone dell’universo” Ma, commenta Helga Zepp-LaRouche, questo è apparentemente “proprio ciò che pensa la presidente della Commissione dell’UE Ursula von der Leyen, che minaccia di avviare una procedura d’infrazione contro questa sentenza e quindi contro il governo tedesco”. Lo esprime chiaramente anche la Presidente della BCE, Christine Lagarde, dicendo: “Siamo un’istituzione indipendente, che risponde al Parlamento europeo, guidata dal nostro mandato. Continueremo imperterriti a fare tutto ciò che è di bisogno, tutto ciò che è necessario, per adempiere a tale mandato”.

Infatti, nota Helga Zepp-LaRouche, persone come la Lagarde e la von der Leyen si considerano in modo arrogante davvero i rappresentanti degli interessi dei “padroni dell’universo – cioè del sistema finanziario delle banche centrali e delle banche d’affari, degli hedge fund e delle compagnie assicurative”.

Per la presidente dello Schiller Institute, il programma di acquisto di obbligazioni della BCE “è parte integrante di una politica che ha sistematicamente distrutto tutti i settori dell’economia fisica e del welfare generale”. Le privatizzazioni e l’austerità hanno colpito duramente i buoni sistemi sanitari di molti Paesi d’Europa e degli Stati Uniti. I sistemi sociali funzionavano prima che le medie imprese a conduzione familiare fossero acquistate, quotate in borsa e trasformate in società rispondenti ai ‘valori degli azionisti’. Se le produzioni non fosse state trasferite in Paesi a basso costo, “le filiere non si sarebbero rivelate così vulnerabili al momento dello scoppio della pandemia del Coronavirus”.

Ora – e grazie alla politica della Troika – la divisione tra Europa Settentrionale ed Europa Meridionale non è mai stata così netta. Nel frattempo, invece di sviluppare l’Africa e i Paesi poveri del mondo, l’Europa sostiene in nome del neoliberismo la politica di non sviluppo del FMI, che ha portato alla minaccia di pandemie senza precedenti, piaghe di locuste, fame e ondate di profughi.

In conclusione, Helga Zepp-LaRouche propone che la sentenza della Corte costituzionale tedesca venga adoperata dall’Europa per riflettere sugli errori fondamentali commessi e per cambiare rotta. “È giunto il momento di eliminare la burocrazia di Bruxelles e del Lussemburgo e di sostituirla con un’Europa delle patrie, che, attraverso l’obiettivo comune di sviluppare l’Africa e l’Asia Sudoccidentale nell’ambito della Nuova Via della seta, acquisirebbe un nuovo significato e una missione comune”.