In un’intervista per il Süddeutsche Zeitung il 13 maggio, il membro della Corte Costituzionale tedesca Peter Huber ha dichiarato che la sentenza della settimana precedente era un messaggio diretto alla BCE: “Non deve considerarsi ‘padrone dell’universo’. Un’istituzione come la BCE, che ha una debole legittimazione democratica, è accettabile solo se aderisce strettamente alle responsabilità assegnatele”.
La Corte Costituzionale tedesca, con la sentenza del 5 maggio, aveva stabilito che la Bundesbank non debba più partecipare al programma PSPP (Public Sector Purchase Program) se la BCE non fornirà una giustificazione entro tre mesi.
Huber ha spiegato che la Corte tedesca vuole solo la prova che il programma di Quantitative Easing della BCE sia nell’ambito del mandato. La BCE non ha il diritto di compiere azioni solo perché l’UE è in crisi.
Uno dei candidati alla successione di Angela Merkel, il democristiano Friedrich Merz, ha appoggiato la decisione della Corte, così smarcandosi dal consenso filo-BCE esibito da gran parte dello schieramento politico germanico. In un’intervista per il Funke Media Group, Merz ha stigmatizzato l’arrogante reazione dell’istituto di Francoforte e della Commissione dell’UE alla sentenza della Corte. Fin quando il processo di integrazione europea e le sue istituzioni si basano sugli Stati membri come suoi pilastri, ha detto Merz, non può esistere uno status inferiore della legge nazionale rispetto a quella europea. Un conflitto tra i due livelli di legge danneggerebbe entrambi e perciò la BCE e la Commissione farebbero bene a non esagerare, ha aggiunto.
La sentenza di Karlsruhe ha seminato il panico tra i profittatori dell’iniquo sistema europeo. Tra questi, il megaspeculatore George Soros (foto), il quale ha detto che la decisione è “una bomba politica che potrebbe fare a pezzi l’UE – perlomeno un’Unione che prenda sul serio la legge, perché la sentenza non proviene da una corte qualsiasi, ma dalla Corte Costituzionale Federale, l’istituzione più rispettabile della Germania”.
“Stiamo assistendo a un conflitto aperto tra la Corte Costituzionale Federale e la Corte di Giustizia Europea (CGUE): chi comanda?”, ha detto Soros in un’intervista per l’Augsburger Allgemeine Zeitung il 15 maggio, aggiungendo che ora altri Paesi, come Polonia e Ungheria, potrebbero seguire l’esempio e sfidare la CGUE.