Gli sforzi per costruire un movimento di massa contro la guerra nel mondo transatlantico stanno prendendo vela in vista delle manifestazioni di massa previsti per i fine settimana del 18-19 e 24-25 febbraio.
In Germania, paese chiave per lo sforzo bellico, Sahra Wagenknecht, voce di spicco della sinistra, e Alice Schwarzer, nota femminista ed editrice della rivista EMMA, hanno lanciato un nuovo manifesto contro la guerra e una manifestazione a Berlino il 25 febbraio. Nel manifesto, Wagenknecht e Schwarzer avvertono che “se i combattimenti continueranno in questo modo, l’Ucraina sarà presto un paese spopolato e distrutto. E molte persone in tutta Europa hanno paura che la guerra si allarghi. Temono per il loro futuro e per quello dei loro figli”. Nell’esprimere la loro solidarietà al popolo ucraino, mettono in discussione una politica occidentale il cui unico obiettivo bellico è “sconfiggere la Russia su tutta la linea”, con il rischio di “muoversi inesorabilmente su un pendio scivoloso che porta alla guerra mondiale ed alla guerra nucleare”. Non sarebbe la prima grande guerra iniziata in questo modo. Ma potrebbe essere l’ultima”.
Il manifesto, pubblicato il 10 febbraio, sottolinea che “negoziare non significa arrendersi. Negoziare significa scendere a compromessi, da entrambe le parti. Con l’obiettivo di evitare altre centinaia di migliaia di morti e peggio. È quello che pensiamo anche noi, è quello che pensa metà della popolazione tedesca. È ora di darci ascolto!”.
“Noi cittadini tedeschi non possiamo influenzare direttamente l’America e la Russia o i nostri vicini europei. Ma possiamo e dobbiamo chiedere conto al nostro governo e al Cancelliere e ricordargli il giuramento di ‘evitare danni al popolo tedesco’. Chiediamo al Cancelliere di fermare l’escalation di invio di armi. Ora! Dovrebbe guidare una forte alleanza per un cessate il fuoco e per i negoziati di pace a livello tedesco ed europeo. Ora! Perché ogni giorno perso costa fino a 1.000 vite in più, e ci avvicina a una terza guerra mondiale”.
Questo manifesto è diverso da tutte le iniziative simili precedenti, in quanto firmato da personalità di spicco provenienti da tutti i partiti, tra cui Rudolf Dressler, ex sottosegretario (SPD), Peter Gauweiler (CSU) e Tino Chrupalla (co-presidente dell’AfD). Il manifesto è stato firmato anche da Angelika Claußen, vicepresidente dell’IPPNW in Europa, dal Gen. Erich Vad, ex consigliere della Cancelliera Merkel, e da Justus Frantz, noto organizzatore di festival musicali.
Il manifesto è stato sottoscritto da 350.000 persone nei primi tre giorni. Non si è fatta attendere una reazione isterica del governo, per bocca del ministro degli Esteri Annalena Baerbock, la quale non profferisce parola sul sabotaggio di Nord Stream, ma trova il fiato per attaccare chi vuole la pace. “A tutti coloro – ha dichiarato – che dicono che le armi devono solo tacere perché così avremo la pace, vorrei dire: che tipo di pace è quando devi vivere sotto l’occupazione russa, preoccupandoti ogni giorno di essere assassinato a sangue freddo, stuprato o persino rapito da bambino?… Una pace dittatoriale, come alcuni ora chiedono, non è la pace. Sarebbe piuttosto la sottomissione dell’Ucraina alla Russia”.
Le rivelazioni sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, insieme alla spinta della NATO globale a fornire armi sempre più sofisticate all’Ucraina, hanno ulteriormente eroso la fiducia nelle “élite” occidentali. Di conseguenza, il “partito della guerra” è in totale mobilitazione per minare il crescente movimento con le tipiche tattiche da “divide et impera” e diffamazioni personali.