Il 29 marzo il Presidente cinese Xi Jinping e il Presidente ceco Milos Zeman hanno ragionato insieme, a Praga, sulla configurazione della Repubblica Ceca quale nuova “porta d’accesso” del progetto denominato “Una cintura, una via” alle nazioni dell’Europa Centrale e Orientale, e in generale a tutta l’Europa. Hanno firmato accordi di cooperazione economica e discusso di scambi culturali in funzione di un futuro migliore.

Anche se rimasto implicito, è di grande significato e impatto il forte contrasto tra questo approccio di reciproco sviluppo (“win-win”) e la traiettoria autodistruttiva dell’Europa, immersa com’è nel sistema finanziario transatlantico fallito, alla mercé dell’austerità e delle spinte belliche, compreso il rischio di un conflitto nucleare. Nello stesso giorno Jean-Claude Juncker è arrivato ad annunciare un piano europeo privo di contenuti e di copertura finanziaria che dovrebbe simulare la “via della seta”.

Al contrario, il giorno prima il Presidente russo Vladimir Putin ha parlato a lungo al telefono con il Presidente iraniano Hassan Rohani a proposito delle azioni da intraprendere contro l’ISIS nella regione sudoccidentale dell’Asia, ora che l’esercito siriano e l’aviazione russa sono riusciti ad espellere i suoi miliziani da Palmira, liberando l’antica città. L’esercito siriano ha cominciato ad espandersi verso Est, a detrimento dei terroristi. Come abbiamo annunciato gli archeologi e gli storici dell’arte dell’Ermitage di San Pietroburgo si sono offerti di aiutare nella ricostruzione della Palmira storica. Le immagini provenienti da là e da Aleppo stanno esaltando milioni di persone nel mondo nella speranza che il terrorismo venga neutralizzato del tutto.

Ciò è possibile e siamo sulla soglia di un tale cambiamento mondiale, ha sostenuto il 29 marzo Hussein Askary, specialista dell’EIR per il Medio Oriente e l’Asia e autore della traduzione in lingua araba dello studio “La Nuova Via della Seta diventa il Ponte Terrestre Mondiale”. Parlando in teleconferenza con membri del nostro movimento di tutta Europa, ha indicato nello Yemen un esempio di questa prospettiva: pur essendo un Paese in condizioni di guerra, v’è un gruppo di suoi cittadini che sostiene le proposte contenute nel documento dell’EIR. Sotto alle bombe gli yemeniti studiano il futuro!

Askary ha aggiunto che il nostro movimento non offre “buone notizie” per rassicurare falsamente la gente, né “cattive notizie” con cui spaventarla ancora un po’, ma sta creando una nuova geometria della situazione mondiale, in accordo con le intenzioni della Russia, della Cina e di altre nazioni.

Quel che stiamo facendo dimostra che il potere finanziario e mediatico del sistema imperiale britannico è sopravvalutato. La gente capisce che v’è un’altra dinamica e che il nostro movimento la sta alimentando di idee. Stiamo trasformando il mondo, nonostante il “bla bla” della televisione e i commenti dei mille “esperti” che immancabilmente hanno sbagliato sull’economia, sulla Siria, ecc.