Il ministro delle Finanze Greco Yanis Varoufakis ha fatto ricorso a quella che ha definito “vaghezza creativa” nello stilare la lettera in cui si indicano gli impegni che la Grecia prenderà in cambio dell'”accordo ponte” di quattro mesi. Il documento è stato sufficiente a far approvare l’accordo all’Eurogruppo e al Bundestag, e perfino a generare voci sul fatto che la Grecia sarebbe disposta a negoziare un terzo accordo per il pagamento del debito.

Però non è piaciuto alla direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde e al presidente della BCE Mario Draghi, che hanno espresso entrambi il timore che esso si allontani dai precedenti “impegni”. In una lettera al capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, Draghi si è lamentato che “gli impegni delineati dalle autorità differiscono in un numero di aree da quelli espressi nell’attuale programma”.

Dall’altra parte, l’accordo è stato criticato all’interno della stessa Syriza e dal compositore e combattente della Resistenza Mikis Theodorakis. Quest’ultimo ha sollevato molti punti critici, incluso il disappunto per il fatto che l’accordo non dichiari chiaramente che il paese ha riaffermato la propria piena sovranità nazionale sui beni pubblici e su come condurrà la politica economica ed estera.

Un chiarimento sulla “vaghezza” lo ha dato il Premier Alexis Tsipras durante una riunione del consiglio dei ministri trasmessa in diretta televisiva il 27 febbraio, in cui ha dichiarato: “Alcuni scommettono su un terzo salvataggio in giugno. Sono spiacente ma ancora una volta dovremo deluderli. Il terzo salvataggio se lo scordano. Il popolo greco ha messo fine ai salvataggi col suo voto… Quello che vogliamo alla fine dei quattro mesi è un accordo reciprocamente accettabile coi partner per la liberazione finale del paese da un commissariamento soffocante ed umiliante. Un accordo che renda socialmente sostenibili i nostri impegni finanziari e ci consenta di tornare alla crescita ed alla coesione sociale”.

Tsipras ha quindi annunciato che la prossima settimana presenterà al Parlamento una proposta per creare una commissione d’inchiesta su come si è arrivati al Memorandum quattro anni fa, “per indagare sulle circostanze e le responsabilità politiche di tutti i fattori che hanno condotto alla bancarotta del paese ed al prestito forzoso”.

Il 24 febbraio la Presidentessa del Parlamento, Zoe Konstantopoulou, autorevole esponente di Syriza, ed il ministro della Difesa greco Panos Kammenos, leader dei Greci Indipendenti, avevano chiesto a viva voce la creazione di tale commissione di inchiesta. Il gruppo parlamentare dei GI ha approvato la proposta all’unanimità.

Konstantopoulou ha in verità proposto due commissioni: una per passare in rassegna il debito greco ed un’altra che verificherà le circostanze in cui la Grecia si è trovata costretta a firmare il primo accordo sul debito nel maggio 2010. Scoprire come si sia accumulato il debito, che attualmente ammonta al 175% del Pil, ha detto, contribuirà a rettificare “una grave ingiustizia contro il popolo greco”.

L’inchiesta rivelerà fatti che sono già stati dettagliati nel dossier dell’EIR “Il governo greco ha ragione: il debito è una frode“. Fornirà inoltre informazioni cruciali da presentare ad una conferenza europea sul debito come quella proposta dal governo greco per dimostrare l’illegittimità del debito (vedi).