È una nemesi per la Svizzera, che dieci anni fa stava per introdurre una legge sulla separazione bancaria; ora la classe politica ha una seconda chance. Ne approfitterà?
Nel settembre 2009, il fondatore di Swatch, Nicholas Hayek (foto), convinse il leader del SVP Christoph Blocher e il presidente del Partito Socialista (SP) Christian Levrat, storici avversari, di presentare congiuntamente un disegno di legge per impedire futuri salvataggi bancari con denaro pubblico, per mezzo di una separazione tra banche commerciali e banche d’affari sul modello della legge americana Glass-Steagall del 1933. L’iniziativa riscosse ampi consensi nell’opinione pubblica e nel 2011 fu approvata dal Consiglio Nazionale, la camera bassa del Parlamento. Tuttavia, le lobby finanziarie e le élite “cosmopolite” riuscirono ad influenzare il voto del Consiglio degli Stati (il Senato), che la bocciò nel 2013.
Se quella legge fosse passata, il sistema bancario e l’economia svizzera oggi sarebbero isolati e protetti dal fallimento di una banca d’affari. Questa consapevolezza ha portato il tema della separazione bancaria nuovamente alla ribalta.
Thomas Matter, parlamentare del SVP e Balthasar Glättli, presidente del Partito Verde, si sono pronunciati a favore in un’intervista alla televisione SRF il 17 marzo. Secondo bluewin.ch, “Glättli ha ricordato il tentativo fatto nel 2011 di introdurre un sistema di trennbanken che avrebbe separato le aree di alto rischio. Allora i Verdi, il SP e il SVP avevano serrato i ranghi, ma alla fine furono battuti dagli altri partiti nel Consiglio degli Stati”.
Matter, ex banchiere, si è dichiarato d’accordo: “Dobbiamo smetterla di mischiare il commerciale con gli affari finanziari”, ha detto, aggiungendo che l’UBS dovrebbe concentrarsi sul mercato svizzero invece di cercare avventure rischiose all’estero (http://www.bluewin.ch/de/news/schweiz/die-neue-monsterbank-weckt-grosse-aengste-1671453.html).
E il 18 marzo, quando non era ancora chiaro come sarebbe finita la vicenda CS, Benjamin Fischer, giovane parlamentare del SVP, ha twittato: “Giornata Nera per la piazza finanziaria svizzera. Nel passato, abbiamo perso l’occasione: invece di uno stabile sistema di separazione bancaria, ci ritroviamo non solo con una banca Too-Big-To-Fail, ma con un gigante Too-Big-To-Rescue (troppo grande da salvare). Ce la faremo a ottenere la necessaria maggioranza ora?”, ha concluso, rimandando con un link ad un articolo del 2013 sulla sconfitta della legge Blocher-Levrat.
Marc Chesney, docente all’università di Zurigo e noto critico della deregulation bancaria, ha nuovamente sollecitato una riforma alla Glass-Steagall in un’intervista al blog Infosperber: “Le banche dovrebbero essere separate nella cornice di un sistema di Trennbanken, tra banche d’affari e banche commerciali, come è stato per decenni dopo il Glass-Steagall Act del 1933, che ha garantito una certa stabilità economica” (https://www.infosperber.ch/wirtschaft/kapitalmarkt/marc-chesney-die-wettgeschaefte-der-grossbanken-verbieten/).