Il 22 ottobre sono scesi in piazza gli agricoltori di Francia e Germania, stufi del declino dei loro livelli di vita e della campagna contro l’agricoltura condotta dagli ambientalisti. Centinaia di agricoltori e attivisti di entrambi i Paesi hanno partecipato alla sfilata di trattori di fronte al Parlamento Europeo a Strasburgo col motto “fermiamo l’agro-business”, ovvero la cartellizzazione dell’agricoltura, e hanno espresso il loro scontento per la nuova Politica Agricola Comune.
In Germania si sono svolte proteste in almeno diciassette città, con 10mila agricoltori, accompagnati da oltre 1000 trattori, a Bonn, dove ha sede il Ministero dell’Agricoltura. Si oppongono alle nuove misure adottate all’inizio di settembre per una maggiore tutela della natura e degli animali nell’agricoltura. Migliaia di agricoltori francesi hanno protestato in tutto il Paese di fronte alle prefetture. La mancanza di rispetto per il loro lavoro e per i prezzi bassissimi ai produttori, che stanno provocando un esodo dalle campagne, sono la principale preoccupazione.
Di fatto ci sono molte ragioni legittime per il malessere crescente tra gli agricoltori in tutta Europa:
• Isteria sul clima. Gli agricoltori e il modello europeo di “agricoltura intensiva” vengono messi sotto accusa di aver contribuito al “riscaldamento globale”, mentre i consumatori vengono invitati a smettere di mangiare carne e latticini.
• I piani per eliminare gradualmente ma entro il 2023 l’uso del glifosato, il controverso erbicida, e per ridurre drasticamente il livello dei nitrati nelle falde acquifere riducendo l’uso di certi tipi di fertilizzanti.
• Accordi di libero scambio come il Mercosur con l’America Latina e il CETA col Canada.
• L’impatto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti su alcuni prodotti agricoli per un valore di 7,5 miliardi di dollari, entrate in vigore il 18 ottobre.
• Prezzi non equi. Gli agricoltori di tutti i Paesi europei soffrono per la stretta sui prezzi da parte dei supermercati.
• La progressiva abolizione, dagli anni Novanta, dei prezzi agricoli garantiti una volta offerti dalla Politica Agricola Comune europea (PAC), con l’aggravante della Brexit. Se il Regno Unito lascerà l’UE, Bruxelles avrà meno entrate e ridurrà i sussidi all’agricoltura. La Commissione Europea ha annunciato l’anno scorso che, dopo la Brexit, dovrà ridurre del 5% il bilancio della PAC a partire dal 2021.

(La foto della manifestazione di trattori a Bonn è tratta da Ruhr24de).