Quarant’anni fa il presidente Richard Nixon decise di demonetizzare l’oro (mettendo fine al legame tra il dollaro e l’oro) arrivando a quello che il Daily Telegraph identificò come il sistema dei “tassi fluttuanti”. In un anno il sistema di Bretton Woods venne ufficialmente affossato, e iniziò la generale distruzione dell’economia fisica nel mondo, portata avanti dalle forze che oggi conosciamo come l’impero britannico con sede nella City di Londra ed a Wall Street.

Alla fine degli anni Cinquanta l’economista Lyndon LaRouche, in contrasto con ogni altro economista di rilievo al mondo, aveva previsto la crisi alla quale Nixon rispose in questo modo diabolico. Così si espresse: “se i poteri dominanti ricorressero ad una combinazione di forme monetariste di misure di austerità, sempre più rapaci, il risultato sarebbe, non una crisi ciclica, ma piuttosto una crisi sistemica, un generale tracollo del sistema globale“.

In modo crescente negli ultimi quarant’anni, la crisi da collasso si è manifestata puntualmente. In corrispondenza di alcuni punti di inflessione durante il percorso, LaRouche formulò alcune previsioni a più breve termine ma di maggior specificità, come accadde con il crollo di borsa del 1987, con il collasso dell’economia sovietica, con la sua cosiddetta “nona previsione” e con la crisi finanziaria del 2007, che si verificarono con stupefacente accuratezza.

Per LaRouche, tuttavia, la formulazione di previsioni economiche non è un esercizio da poltrona. Come disse nella primavera del 1997, una “previsione economica di natura scientifica è in relazione con la natura che la funzione ha in fisica matematica, oppure un classico piano di guerra”. Ad ogni previsione, LaRouche e la sua organizzazione hanno presentato un piano di guerra per impedire il disastro che sarebbe seguito, qualora le istituzioni politiche del mondo non avessero risposto e agito.

Nel 1971 LaRouche aveva già in mano un Programma di Ricostruzione d’Emergenza (“Come uscire da una depressione in un solo giorno”), scritto nel luglio 1970, che sottolineava l’approccio alla ricostruzione fisica dell’economia. Il problema fondamentale, come LaRouche evidenziò nel suo testo principale di risposta alla crisi del 1971, “Perché doveva succedere”, fu che l’economia fisica era stata “schiacciata da una massa di titoli azionari, obbligazioni, mutui e altri titoli cartacei. Distruggendo tutta questa carta straccia, avrebbe fatto capolino la prosperità.” Il succo del problema fu l’adesione al fittizio valore del “denaro”, piuttosto che alla ricchezza fisica associata all’aumento del potenziale produttivo del lavoro.

Nei decenni passati da allora, LaRouche ha applicato una forma elaborata di questo concetto alla situazione in evoluzione, sia negli Stati Uniti sia in altre nazioni, mentre la situazione dell’economia e della politica a livello mondiale degradava regolarmente, sotto l’influsso imperiale britannico. Ad ogni punto saliente della crisi, egli ha proposto una soluzione: moratoria sui debiti, lancio del programma “Iniziativa di Difesa Strategica”, organizzazione di una Nuova Bretton Woods, adozione della legge in difesa dei proprietari di casa e delle banche (HBPA), ripristino della legge Glass-Steagall.

Gli illusi dell’esistenza di alternative alle soluzioni di LaRouche si sono trovati, infine, a confronto con una più netta immagine del triste destino, non solo della propria nazione, ma potenzialmente di tutta la specie umana. Il risultato dell’adesione credulona ad un sistema monetarista morente è che tutte le “autorità” finanziarie del pianeta sono totalmente screditate e il rischio di sterminio di massa si è esteso ad una scala senza precedenti.

È giunta l’ora di imparare la lezione del 1971. Il “piano di guerra” di LaRouche deve essere adottato immediatamente.