La Francia è stata colpita, ancora una volta, dal terrorismo criminale.

Ancora una volta, il Presidente della Repubblica, il Ministro degli Interni e il Primo Ministro hanno espresso con toni gravi il loro dispiacere e il loro impegno nel combattere il terrorismo, senza tuttavia attaccare le vere cause di questa barbarie.

La causa principale è nella loro complicità con la politica di sostegno dello jihadismo usato per provocare la caduta del regime di Assad, elaborata dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dall’Arabia Saudita, dal Qatar e dalla Turchia, che ora si ritorce contro di noi.

Che cosa sta accadendo a Nizza? Dal 2014 è nota come città divenuta centro di reclutamento dei jihadisti diretti in Siria. Un resoconto della Direzione Generale per la Sicurezza Interna (DGSI) notava che Nizza è divenuta una “città-laboratorio” per identificare e gestire la “radicalizzazione”.

È da Nizza che Omar Osman, un franco-senegalese convertito all’islam, reclutò la sua brigata di 50-80 francesi, ora combattenti in Siria con il gruppo al-Nusra (ovvero al-Qaeda in Siria), dei quali il nostro Ministro degli Esteri Laurent Fabius affermò nel 2012, con un entusiasmo davvero improprio, che stavano “facendo un bel lavoro” contro Assad.

È a Nizza, inoltre, che sono stati identificati gli arrivi e le partenze di potenziali jihadisti, in viaggio come missione diplomatica saudita. Lo scorso 7 aprile, Christian Estrosi, il sindaco nizzardo intervistato da Olivier Mazerolle per RTL, dichiarò che due persone nel dossier S delle persone “radicalizzate” e in necessità di stretta sorveglianza, erano entrate in Francia con la copertura diplomatica saudita e che “essa hanno beneficiato di un’esenzione totale dall’ispezione” presso l’aeroporto internazionale di Nizza. “Sì”, rispose alla domanda se la polizia fosse stata costretta ad assecondare l’operazione, “e so che alcuni di loro erano sconvolti, ne parlarono e ne subirono le conseguenze”.

Il governo non può continuare a menare il can per l’aia su questo punto, rischiando di trovarsi presto o tardi in un posizione simile a quella di Tony Blair, una situazione per la quale i suoi ministri dovranno spiegare i propri atti davanti a una sorta di commissione Chilcot, o – al peggio – davanti alla Corte di Giustizia.

È venuto il momento di ristabilire i rapporti con Assad al fine di rifondare e ricostruire la Siria; di agire in armonia con la Russia per combattere assieme questa minaccia; di incitare con decisione gli Stati Uniti a fare altrettanto.

I nostri poliziotti, i nostri soldati, le nostre riserve e il nostro personale medico hanno dimostrato a Nizza solidarietà e senso civico. Siamo degni del loro attaccamento ai valori della Repubblica e del dovuto rispetto per le vittime, al fine di arrestare questa sinistra litania di attacchi e di far svanire lo spettro della divisione nella nostra nazione, una rampante radicalizzazione che potrebbe mettere a soqquadro la nostra profonda volontà di vivere insieme.

Dichiarazione di Jacques Cheminade, candidato alle Presidenziali Francesi del 2017