Un vero eroe della democrazia è Julian Assange, la cui sorte sta per essere decisa mentre scriviamo. Il 20 e 21 febbraio si è riunita l’Alta Corte britannica per decidere sull’appello contro il verdetto di estradizione verso gli Stati Uniti. Il crimine di Assange è quello di aver fatto il proprio lavoro di giornalista, pubblicando su Wikileaks informazioni ufficiali che denunciavano i crimini di guerra commessi dalle forze statunitensi in Iraq e Afghanistan. Per questo è stato incriminato per spionaggio e rischia fino a 175 anni di carcere negli Stati Uniti.
Quando i nostri abbonati leggeranno questa newsletter, egli potrebbe già essere su un volo per gli Stati Uniti, dove sarà rinchiuso in un carcere di massima sicurezza e dovrà temere seriamente per la sua vita. Si noti che Assange è un cittadino australiano e che il reato di cui è accusato è stato commesso in territorio europeo.
Che ipocriti i leader occidentali che si stracciano le vesti, singhiozzano e fanno le fiaccolate per Navalny, mentre sono complici della persecuzione di Julian Assange! Rispondendo a un deputato, il portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha risposto di avere piena fiducia nel sistema giudiziario britannico, che agirà nel rispetto dello stato di diritto e delle norme sui diritti umani…
E che dire del massacro di migliaia di bambini a Gaza? I Paesi occidentali avevano la possibilità di unirsi al Sudafrica e ad altre nazioni presso la Corte internazionale di giustizia, nella denuncia legale per genocidio contro il governo israeliano, e di chiedere giustizia per il popolo palestinese. Invece, con pochissime eccezioni, difendono il governo Netanyahu e ne condonano i crimini di guerra.
Come ha giustamente sottolineato il presidente brasiliano Lula al recente vertice dell’Unione Africana, “o i leader politici cambiano comportamento nei confronti degli esseri umani, o gli esseri umani finiranno per cambiare la classe politica”. Perle di saggezza…