A conclusione di colloqui descritti da entrambi come strategici e molto produttivi, la Presidentessa brasiliana Dilma Rousseff ed il Premier cinese Li Keqiang hanno firmato il 19 maggio oltre trenta accordi di cooperazione economica, per un totale di 53 miliardi di dollari di investimenti cinesi nelle infrastrutture, nell’industria e nell’agricoltura del Brasile. Tra gli accordi, quello per lo studio di fattibilità per la prima ferrovia transcontinentale sud americana, che collegherà l’Atlantico e il Pacifico.

In aggiunta, è in discussione la creazione di un “Fondo bilaterale per la Cooperazione Produttiva” a sostegno di un ambizioso “progetto di cooperazione per lo sviluppo industriale” che entrambe le nazioni considerano la base per elevare i rapporti andando oltre le materie prime ed il commercio. La Cina parteciperebbe con venti miliardi di dollari.

Il diplomatico brasiliano José Alfredo Graça Lima ha riassunto così gli accordi: “Si tratta di un Piano Marshall senza condizioni politiche o ideologiche”.

Infatti, essi offrono al Brasile un’alternativa alla presa giugulare di Wall Street e della City di Londra. Dalla rielezione di Dilma Rousseff nell’ottobre 2014, il Brasile è stato oggetto di una guerra finanziaria e politica, che ha portato l’economia a fermarsi, ha paralizzato le grandi imprese, ed ha quasi indotto la Presidentessa a rinunciare al mandato. Il ministro delle Finanze Joaquim Levy, che ha studiato all’Università di Chicago ed è legato a Wall Street, era riuscito a tagliare 23 miliardi di dollari dal bilancio, e insisteva nel sostenere che un’austerità simile a quella imposta alla Grecia è l’unica chance per il Brasile, cercando al contempo di bloccarne la partecipazione alla Banca dei BRICS.

Ora invece non solo i progetti infrastrutturali brasiliani potranno procedere, ma sette dei 53 miliardi di dollari verranno investiti nella compagnia petrolifera di stato, la Petrobras, che è nel mirino degli attacchi di Wall Street. Due giorni dopo la firma degli accordi, la Camera dei Deputati ha ratificato il trattato di partecipazione alla Nuova Banca per lo Sviluppo dei BRICS e l’Accordo per la Riserva in caso di Contingenza.

Sottolineando che questi esaltanti progetti produttivi sono “valori intangibili”, la Rousseff ha dichiarato, durante il ricevimento in onore di Li Keqiang e della consorte, che la Cina è una civiltà millenaria ricca di grande cultura ed “ha superato il saccheggio coloniale ed il trauma di due guerre mondiali, per riprendere il proprio posto eminente nel sistema internazionale. Oggi, la Cina è un paese il cui ruolo nel mondo si fonda su concetti come lo sviluppo pacifico, il sogno cinese, il concetto di armonia di Confucio – gli elementi di stabilità per un ordine internazionale più giusto ed equo… L’amicizia tra Cina e Brasile, oltre gli avanzamenti concreti che abbiamo visto, si basa anche su valori immateriali; tra loro l’uguaglianza, la fiducia reciproca e, ancora una volta, l’armonia ed il rispetto per la diversità”.