La presidente di MoviSol Liliana Gorini è stata intervistata oggi da Marisa Sottovia a Radio Gamma 5 sul ruolo che l’Italia può svolgere per risolvere la crisi in Libia e nell’ambito della Nuova Via della Seta, che assume un’importanza ancora maggiore dopo il Forum sulla Cooperazione Sino-Africana che si è tenuto a Pechino alla presenza di 53 capi di stato africani. Gorini ha ricordato che la crisi libica è iniziata nel 2011 quando Sarkozy decise di uccidere Gheddafi, per conto di Obama e dei britannici ma anche per nascondere le sue stesse magagne. “L’Italia dovrebbe rompere con questi giochi geopolitici e allearsi con l’Egitto, che vede di buon occhio l’operato dell’ENI, per una soluzione pacifica basata sulla cooperazione economica. Di progetti di sviluppo e ricostruzione, come quelli presentati dallo Schiller Institute per tutto il Medio Oriente, si dovrebbe discutere alla conferenza sulla Libia che dovrebbe tenersi in Italia a fine novembre, alla presenza del segretario di Stato americano Pompeo. L’Italia è ben vista in questi paesi grazie a Mattei, mentre l’atteggiamento colonialista ed arrogante di Macron sta creando solo problemi” ha detto.

Si è poi parlato dei progetti di sviluppo della Cina in Africa, cruciali per fermare gli sbarchi e sconfiggere il terrorismo, uno dei quali, il progetto Transaqua per il lago Ciad, vede già la cooperazione tra Italia e Cina. Gorini ha citato le interviste rilasciate dal ministro dell’Economia Tria e dal sottosegretario Michele Geraci sul loro viaggio in Cina, e sull’importanza dell’Iniziativa Belt and Road anche per il nostro paese. “Non dimentichiamo che la Via della Seta marittima prevede investimenti sui porti di Trieste, Venezia, Genova e Taranto, e sarà quindi cruciale anche per rilanciare l’economia di Genova, duramente colpita dal crollo del Ponte Morandi” ha detto la presidente di MoviSol.

Si è parlato anche della crisi argentina e della situazione in Russia, pronta al dialogo con l’Occidente dopo l’importante incontro tra Trump e Putin a Helnsinki, ma sotto attacco da parte di Theresa May e dei neoconservatori americani, col Russiagate, proprio per impedire tale dialogo e optare invece per altre guerre. Ci sono state molte domande degli ascoltatori, sulla Iniziativa Belt and Road, di cui purtroppo i media parlano poco, sull’impopolarità di Macron, evidenziata dalle dimissioni di due suoi ministri, e infine su “che cosa accadrà adesso”. La signora Gorini ha risposto citando Helga Zepp-LaRouche, che ripete spesso “si aprono due strade di fronte a noi, quella della cooperazione economica e della pace, o quella delle sanzioni e della guerra. Sta a noi scegliere la strada migliore”.