Il 4 novembre Helga Zepp-LaRouche ha scritto una lettera aperta al Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier (nella foto) dal titolo “Il numero di rifugiati nel mondo è arrivato a 66 milioni: i prossimi 50 anni del nostro pianeta”, come risposta al discorso pronunciato dal Presidente tedesco due giorni prima alla Singapore Management University. In quell’occasione, Steinmeier aveva citato una serie di conferenze che sei università di Singapore stanno organizzando col titolo “Immaginare i prossimi 50 anni”, e aveva affermato: “Ritengo che sia un approccio coraggioso, che dovremmo adottare anche in Germania. Dovremmo guardare al futuro attraverso un telescopio, invece di limitarci a guardare al giorno dopo, al prossimo bilancio di esercizio e alle prossime elezioni” (vedi http://www.bundespraesident.de/SharedDocs/Reden/EN/Frank-Walter-Steinmeier/Reden/2017/11/171102-Singapore-University.html).

Helga Zepp-LaRouche ha apprezzato questa parte del suo intervento: “Sentirlo dire da Lei è una boccata di aria fresca e possiamo solo sperare che sia forte abbastanza da arrivare fino ai negoziati per una coalizione di governo a Berlino”.

“Dopo aver letto il Suo discorso a Singapore, desidero mandarLe il libro scritto da mio marito nel 2004, ‘Earth’s Next Fifty Years’, i prossimi cinquant’anni della terra. In questo libro, egli prevede l’attuale svolta, ben visibile, nella dinamica strategica a favore dell’Eurasia, e definisce un livello di pensiero superiore, in cui sia possibile la cooperazione pacifica del genere umano. Questo libro è molto popolare in molti Paesi asiatici”.

La signora LaRouche riporta nella sua lettera aperta i dati allarmanti forniti dall’Alto Commissario dell’ONU per i Rifugiati Filippo Grandi il 2 novembre: dal 2009 a oggi il numero di sfollati è aumentato da 42 a quasi 66 milioni (vedi https://reliefweb.int/report/world/statement-united-nations-security-council-filippo-grandi-united-nations-high).

La questione cruciale, nota la signora LaRouche, è come trovare “una soluzione umanistica al problema dei rifugiati e stabilire la pace”. Rivolgendosi direttamente a Steinmeier, ella nota che questa è una sfida personale per lui “in qualità di ex Ministro degli Esteri e attuale Presidente di un grande Paese”.

Nella stessa occasione a Singapore, Steinmeier ha riconosciuto che “molti guardano all’Unione Europea e agli Stati Uniti e dicono: ‘Beh, non sembrano molto armoniosi’. E molti guardano alla Cina e vedono la stabilità e la crescita economica – senza un movimento verso una maggiore libertà politica. Quindi la Cina pone una sfida all’Occidente, non solo una sfida economica e geopolitica, ma anche una sfida ideologica”.

È vero che si tratta di una sfida, commenta la signora LaRouche, ma non per i motivi addotti in Occidente. Infatti, il modello di sviluppo della Cina ha prodotto risultato straordinari, crescita e stabilità nel mondo, mentre l’UE finora si è rifiutata di esaminare il perché essa abbia provocato tanta carenza di armonia. La sfida ideologica posta dalla Cina, spiega la signora LaRouche, è che essa si concentra sul miglioramento del bene comune, contrariamente a quanto avviene nell’UE.

Se l’UE cerca di ridurre l’influsso della Cina nel mondo per motivi geopolitici è destinata a fallire, secondo la signora LaRouche. “Perché lo ‘spirito della Nuova Via della Seta’ è contagioso, mentre l’insistenza sulle regole burocratiche che nascondono intenzioni geopolitiche non lo è”.