La conferenza internazionale organizzata dallo Schiller Institute il 25-26 novembre nei pressi di Francoforte sul Meno ha voluto presentare agli europei le prodigiose occasioni offerte loro dall’iniziativa cinese ‘Una Cintura, Una Via’ (Belt and Road Initiative, BRI) e sollecitarli a considerare l’opportunità di rafforzare la cooperazione tra la Cina e l’Europa per sviluppare l’Africa e l’Asia Sudoccidentale.

Ai circa trecento partecipanti, provenienti da oltre trenta nazioni differenti e decisi a “esaudire il sogno dell’umanità”, è divenuto presto chiaro che il “nuovo paradigma” della cooperazione e del mutuo sviluppo economico è ormai inarrestabile, nonostante i frenetici sforzi della “élite.

Nel corso dei due giorni dedicati alla conferenza, numerosi relatori hanno dimostrato in modi differenti il fallimento della politica dell’Unione Europea, in particolar modo a proposito dell’Europa centro-orientale e dell’Africa. Un altro tema sotteso ai lavori della conferenza è stato il contributo unico e cruciale di Lyndon LaRouche nel campo dell’economia fisica e il modo nel quale il suo metodo economico, benché disprezzato per oltre quarant’anni nella regione transatlantica, è stato applicato dai cinesi, soprattutto sotto la guida del Presidente Xi Jinping, nell’ambito del progetto della Nuova Via della Seta.

I media principali continuano ad accusare la Cina di perseguire mire imperialiste, ma – ha affermato Helga Zepp-LaRouche, fondatrice e presidente dello Schiller Institute – non potranno nascondere indefinitamente il fatto che la strategia di Pechino ha messo in moto un progresso che non riguarda soltanto la Cina, bensì tutte le nazioni che prendono parte alla sua iniziativa. Helga Zepp-LaRouche ha anche sottolineato l’importanza della recente visita in Cina del Presidente americano Donald Trump, per il quale la visita è servita da collante tra le due potenze economiche mondiali alla luce dell’obiettivo di “estendere la pace e la prosperità a tutte le altre nazioni”.
La Signora LaRouche ha introdotto i lavori con un riferimento a Gottfried Wilhelm Leibniz e alla sua nozione del migliore dei mondi possibili, una “concezione ontologica assai fondamentale”. Leibniz significò dire che il nostro universo è dotato di un enorme potenziale di sviluppo e che il ruolo dell’umanità è di accrescerlo. Poiché il “vecchio ordine mondiale” non consente lo sviluppo, possiamo capire la ragione della rapida diffusione dello spirito della Nuova Via della Seta per impulso della Cina.

Lo Schiller Institute, ha sottolineato, combatte sin dalla sua fondazione per un rinascimento culturale e scientifico nel solco della Coincidentia Oppositorum di Nicolò Cusano, o dell’Armonia di Confucio, nel quale l’uno, che unisce i molteplici contributi al bene universale, è simile a una fuga nella tecnica del contrappunto musicale.
Dopo Helga Zepp-LaRouche ha parlato la prof.ssa He Wenping, direttrice degli Studi Africani presso l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, la quale ha offerto una vivida immagine dello sviluppo della politica cinese a partire da Deng Xiaoping, quindi ha precisato che gli scopi di Xi Jinping sono raggiungere una prosperità moderata per tutti i cinesi entro il 2020, mentre si innalzano la condizioni di vita del resto del mondo, e combattere la problematica corruzione interna al partito comunista cinese. Ha affermato inoltre che la Cina si oppone all’espansione militare, al nuovo colonialismo, all’idea di esportare il modello cinese e a ogni scontro ideologico. L’iniziativa ‘Una Cintura, Una Via’, ha polemizzato riferendosi alla retorica dell'”America First”, non è una politica che ponga la Cina davanti a tutto, anzi essa estende la strategia del mutuo sviluppo a tutte le altre nazioni. L’approccio cinese in Africa è incardinato su dieci aree principali riguardanti infrastrutture e produzioni, con il fine di creare milioni di nuove occupazioni per gli indigeni.