Il 20 agosto il Presidente del Salvador Sánchez Cerén (foto) ha annunciato alla TV nazionale che il suo governo ha rotto i rapporti con Taiwan e stabilito rapporti diplomatici con la Repubblica Popolare Cinese. Ha spiegato di aver intrapreso questo passo per mantenere la promessa del suo governo di garantire “una vita dignitosa per tutti i cittadini” e un futuro per le nuove generazioni pieno di “grandi benefici… e straordinarie occasioni”.
El Salvador è quindi il terzo Paese in America Centrale a rompere i rapporti con Taiwan e stabilirli con la Cina, dopo Panama nel giugno del 2017 e la Repubblica Domenicana il 1 maggio di quest’anno. La decisione indica la rapidità con la quale lo spirito della Nuova Via della Sera si sta diffondendo in tutta la regione, e la discussione e l’entusiasmo generati in molti Paesi sulle occasioni di sviluppo economico e infrastrutturale resi possibili dall’adesione all’Iniziativa Belt and Road della Cina. Come ha affermato il Global Times il 22 agosto, la perdita di alleati di Taiwan è un “trend inarrestabile”. “Quale Paese sarà il prossimo?”, si è chiesto il giornale di Pechino.

Questa, per il piccolo Paese di soli 6 milioni di abitanti, è la mossa più importante per porre fine alla piaga della povertà che dura da decenni, dovuta al saccheggio diretto di Wall Street, alla droga e alla violenza delle bande che fanno quotidianamente vittime. Le condizioni di vita nel cosiddetto “triangolo del Nord”, che comprende El Salvador, Honduras e Guatemala, sono così orribili che centinaia di migliaia di cittadini fuggono a Nord nella speranza di trovare rifugio negli Stati Uniti, spopolando le proprie nazioni. Nel 2015 il 20% dei salvadoregni era emigrato negli Stati Uniti.

Aderire alla Belt and Road Initiative offre l’occasione di ribaltare questo processo. Roberto Lorenzana, portavoce del Presidente salvadoregno, ha dichiarato all’agenzia cinese Xinhua il 22 agosto che il Paese non poteva continuare “a voltare le spalle al mondo” non riconoscendo il ruolo della Cina come attore globale e come principale economia di esportazione al mondo. “Dovremmo chiederci perché non l’abbiamo fatto prima”, ha detto. “Quanto ha perso El Salvador non avendo rapporti con un gigante economico come la Cina?”.

Da qualche tempo El Salvador cerca assistenza internazionale per rilanciare il proprio porto per container a La Union sul Golfo di Fonseca sul Pacifico, e la Cina ha espresso interesse per questo progetto. Il concetto iniziale per il porto di La Union era quello di trasformare il golfo in un centro di sviluppo con il Nicaragua e l’Honduras, che vi si affacciano, e collegarlo ai Caraibi con una ferrovia che attraversi l’Honduras. Al contempo la ferrovia ad alta velocità che la Cina si è detta d’accordo a costruire a Panama ha stimolato un’intensa discussione in Costa Rica, El Salvador e Honduras, per costruire anche in questi Paesi ferrovie regionali, come ha appreso l’EIR da una fonte.

Il gennaio scorso la Comunità degli Stati Latino Americani e Caraibici (Celac) ha dato il proprio sostegno ufficiale all’Iniziativa Belt and Road della Cina.