Al vertice del 12 ottobre, i ministri degli Esteri dei 27 Stati membri dell’UE hanno deciso di imporre sanzioni contro i Russi ritenuti responsabili del presunto avvelenamento di Alexey Navalny. Il problema è che non avevano prove che indicassero individui o persone giuridiche da sanzionare. Pertanto, hanno dovuto chiedere agli ambasciatori dell’UE di redigere una lista in un secondo momento.
In linea con la decisione dell’UE, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, in un’intervista a Novosti del 13 ottobre, ha accusato il governo russo di non aver analizzato pubblicamente le circostanze del caso. “E le circostanze sono tali che un agente nervino militare del gruppo Novichok è stato usato sul territorio della Russia, il che costituisce una grave violazione della Convenzione sulle armi chimiche”, ha detto. Maas ha inoltre accusato la Russia di mettere in circolazione “nuove e in parte assurde teorie” e di fare poco per stabilire la verità.
Dal canto suo Mosca sostiene che prima di poter aprire un procedimento penale, Berlino deve fornire prove del materiale biologico per corroborare l’accusa di avvelenamento. Le autorità russe hanno già inviato quattro richieste di assistenza legale a Berlino, ma senza alcun risultato.
In effetti, la posizione assunta da Heiko Maas è a dir poco ipocrita. È stato rivelato che il 24 settembre il presidente della commissione per la sicurezza della Duma di Stato russa aveva inviato al collega Wolfgang Schäuble, presidente del Bundestag, una lettera in cui proponeva la creazione di una commissione parlamentare mista russo-tedesca per indagare sul caso Navalny. La lettera è stata tenuta segreta da Schäuble e la sua esistenza è stata rivelata da un membro del Bundestag dell’AfD, Hansjörg Müller, che ne è venuto a conoscenza per caso due settimane dopo, durante un’intervista con la tv russa Zvezda.
A quel punto Maas ha dovuto fare marcia indietro. In un’intervista pubblicata il 16 ottobre dalla catena di giornali Redaktionsnetzwerk Deutschland, ha ripetuto le accuse contro Mosca, ma ha sottolineato che non c’è “nessuna era glaciale con la Russia”. Al contrario, ha detto che entrambe le parti sono consapevoli che la cooperazione tra Russi e Tedeschi come membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu continuerà sui punti caldi come l’Ucraina e la Libia. (Ma ha evitato di menzionare la lettera della Duma…)