I leader europei hanno l’occasione unica di adottare una politica nei propri interessi, sfruttando l’indebolimento della politica estera di Obama, ma a giudicare dal vertice del 18 dicembre, non sono ancora pronti ad abbandonare il paradigma monetarista dominato dalla City di Londra.

Le sanzioni contro la Russia sono state rinnovate per altri sei mesi, benché sia ormai noto che mentre gli scambi con l’Europa sono crollati del 20%, quelli con gli USA sono cresciuti del 7%. Proprio alla vigila del vertice, la commissione tedesca per il commercio con l’Est ha fatto sapere che le esportazioni di Berlino in Russia sono scese di 6,5 miliardi nel 2014, e si prevede un altro calo di 8 miliardi nel 2015. I governi francese e italiano hanno criticato le sanzioni ma nessuno si è sfilato, pur potendolo fare perché esse sono su base volontaria.

Sulla crisi dei profughi la bancarotta morale dell’UE è ancora più evidente. Data l’inadeguatezza di Frontex, la Commissione Europea ha proposto un nuovo piano che di fatto militarizzerà i confini esterni dell’Unione. La nuova organizzazione che si vorrebbe creare entro sei mesi avrebbe più personale, mezzi di trasporto e finanziamento. I suoi agenti sarebbero autorizzati a deportare gli immigrati e a respingere quelli in viaggio per mare, anche se questo significherebbe la morte certa.

La misura più controversa, tuttavia, è quella che permetterebbe a Bruxelles di dispiegare questa forza di gendarmi in tutti paesi membri anche se i rispettivi governi si rifiutassero. Ciò rappresenta il più grande trasferimento di sovranità a Bruxelles dall’introduzione dell’Euro, e una sfacciata mossa contro la democrazia rappresentativa. Infatti l’agenzia godrebbe di immunità giudiziaria.

Allo stesso tempo, l’UE ha ipocritamente elargito tre miliardi alla Turchia per affrontare la crisi dei profughi. Ankara continua a usare i fondi dell’UE per appoggiare le organizzazioni jihadiste e per lanciare attacchi sia contro i curdi sia contro le forze siriane, mentre accentua la repressione interna. Inoltre, secondo Bild, la cifre fornite da Jean-Claude Juncker alla vigilia del vertice sul numero dei profughi provenienti dalla Turchia sono state deliberatamente ridotte di due terzi per giustificare gli aiuti finanziari.

Allo stesso tempo, Bruxelles preme sull’acceleratore per un altro tassello della dittatura finanziaria: il fondo unico di garanzia dei depositi. Dato il regime di bail-in che entrerà in vigore il primo gennaio, è facile immaginare che, trasferendo la giurisdizione sui risparmi a un fondo europeo, al risparmiatore non sarà lasciato scampo in caso di espropri e prelievi forzosi.