Alla fine di gennaio, la FAO ha lanciato un appello per “una rapida risposta e azione preventiva nel Corno d’Africa”, notando che è scoppiata la peggiore invasione di locuste da decenni in Etiopia, Kenya e Somalia. Da allora gli sciami di locuste sono arrivati anche in Uganda e nel Sudan del Sud.
Il responsabile umanitario dell’ONU Mark Lowcock ha ammonito il 13 febbraio a New York che “v’è il rischio di una catastrofe. Tredici milioni di persone soffrono già per l’insicurezza alimentare, dieci milioni dei quali nei posti colpiti dalle locuste”.
Dominique Burgeon, direttrice per le emergenze e la resilienza della FAO, ha ammonito che altri 20 milioni di persone nella regione rischiano di perdere la sicurezza alimentare. Se gli sciami di locuste non fossero sottoposti a irrorazione aerea, l’invasione potrebbe diventare una piaga e occorrebbero anni per combatterla.
La piaga delle locuste è nota sin dai tempi biblici. In un giorno solo, un “piccolo” sciame di un chilometro quadrato può consumare l’equivalente del cibo per 35.000 persone. Uno sciame misurato di recente nel Kenya copriva un’area di 40 per 60 km. Nel XX secolo sono state registrate sei piaghe delle locuste, una delle quali nel 1987-89 e l’ultima nel 2003-05.
La FAO ha chiesto aiuti immediati per 76 milioni di dollari. Finora, tuttavia, sono stati resi disponibili meno di venti milioni, dieci dei quali ricavati dal fondo di aiuti di emergenza dell’ONU, 3,8 milioni offerti dalla FAO e solo 800.000 dagli Stati Uniti, mentre l’Unione Europea ha contribuito per un solo milione di dollari.
Stando alla FAO, il metodo primario per sradicare le locuste è usare organofosfati, sostanze chimiche irrorate dagli aerei. Ma queste risorse mancano ai Paesi poveri. Kenya ed Etiopia, per esempio, hanno solo cinque aerei per irrorare, insufficienti in questa situazione di emergenza. L’Europa e altri Paesi dovrebbero quindi lanciare una mobilitazione di tipo militare per fornire le attrezzature necessarie, inclusi aeroplani e pesticidi.
Negli anni Ottanta, Lyndon LaRouche lanciò una campagna per sradicare le locuste e altre pestilenze con l’uso di strumenti a impulsi elettromagnetici. In un articolo pubblicato sull’EIR nel 1988 si parlava di impulsi elettromagnetici che possono essere accordati su frequenze specifiche per colpire le locuste. Questo tipo di apparecchiature si è dimostrato efficace in laboratorio, ma non ha ricevuto finanziamenti adeguati. Le sperimentazioni furono eseguite sulle cavallette della specie Romalea microptera, scelte per la loro somiglianza con le locuste del deserto. La lunghezza d’onda aveva le dimensioni di una cavalletta e gli insetti erano sottoposti a brevi bombardamenti di radiazioni elettromagnetiche che li stendevano in un decimo di secondo. Questa tecnologia potrebbe rivelarsi efficace da una distanza di cinque chilometri (EIR, Vol. 15, No. 16, April 15, 1988 – vedi https://larouchepub.com/eiw/public/1988/eirv15n16-19880415/eirv15n16-19880415_026-electromagnetic_pulsed_waves_can.pdf). Anche la ricerca sui sistemi di micro-onde ad alta potenza potrebbe rivelarsi utile.