L’ultimo trimestre dell’anno ha visto proteste di massa in molte parti del mondo. Dal Cile al Libano, dall’Iraq alla Francia, fino al voto nel Regno Unito, il comune denominatore della protesta popolare è la rivolta contro gli effetti disastrosi della politica liberista. Il cosiddetto “mondo unipolare” proclamato dall’oligarchia transatlantica dopo il crollo dell’Unione Sovietica si è dimostrato una pericolosa illusione.
Dopo la crisi finanziaria del 2007-2008 nulla si è fatto per eliminarne le cause; al contrario, le élite transatlantiche hanno fatto ricorso ai salvataggi bancari con il Quantitative Easing, quindi hanno introdotto i tassi di sconto negativi, nel tentativo di tenere in piedi la bisca finanziaria. Come risultato, il mondo ora si trova di fronte a un crac finanziario incomparabilmente peggiore. Invece di riconoscere tali errori, si sono date al frenetico tentativo di creare una nuova bolla finanziaria, col pretesto di “salvare il pianeta” con un Green New Deal.
Christine Lagarde, il nuovo capo della BCE, ha fatto capire che, se necessario, porterà agli estremi la politica inaugurata da Draghi. D’ora in poi, ha annunciato, la BCE riterrà prioritarie la riduzione delle emissioni di CO2 e ogni altra politica di contrasto ai “cambiamenti climatici”.
Lagarde quindi affiancherà la Commissione dell’UE nell’utopistico e dannoso obiettivo di raggiungere la nullità delle emissioni di CO2 entro il 2050. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen sottace che queste azioni significheranno la deindustrializzazione dell’Europa e una caduta a picco dei livelli di vita nel Vecchio Continente.
La demagogia della von der Leyen ha raggiunto l’apice allorché ella ha paragonato l’importanza del suo “Green New Deal” alla Missione Apollo. Sarà “la versione europea dell’uomo sulla Luna”, ha dichiarato, evocando il bisogno di “riconciliare l’economia col pianeta”, come a invocare la clemenza dagli dei del clima. Come sottolinea Helga Zepp-LaRouche in un commento, la missione Apollo dimostrò che sulla Terra l’uomo non vive in un sistema finito, chiuso, ma che esso è capace di scoprire continuamente nuovi principii fisici dell’universo e di applicarli per migliorare le condizioni dell’umanità, al contempo definendo nuove risorse prime.
La buona notizia è che la COP25 di Madrid è stata un fiasco colossale, nonostante il battage mediatico. Le questioni decisive, come le tasse sulle emissioni di CO2 e l’esclusione dal credito degli “inquinatori con CO2”, sono state rimandate alla conferenza sul clima dell’anno prossimo, che si dovrebbe tenere a Glasgow.
Helga Zepp-LaRouche ha lanciato un appello a tutti coloro che protestano nel mondo, affinché evitino la trappola di osservare soltanto i singoli temi a loro cari, per quanto essi possano essere legittimi, e riconoscano i più ampi pericoli rappresentati dalle politiche vigenti, che stanno conducendo a un nuovo crac finanziario, allo scontro geopolitico tra Stati Uniti d’America, Russia e Cina, ad altri conflitti militari e a operazioni di cambiamento di regime. Al riguardo, ella ha sollecitato tutti a chiedere la fine dell’economia della bisca finanziaria e l’uso del credito produttivo per l’economia reale e le infrastrutture e la cooperazione internazionale “win-win” verso la realizzazione degli scopi comuni dell’umanità.