Editoriale di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol

Le immagini del tragico naufragio di sabato scorso al largo di Rodi, con 200 morti, erano ancora impresse nella mente di tutti noi, quando al vertice d’emergenza del Consiglio Europeo, il 23 aprile, il Premier inglese Cameron ha avuto l’ardire di ricattare il nostro Paese, dichiarando che manderà delle navi nell’ambito dell’operazione Triton ma che “il contributo britannico è subordinato alle giuste condizioni, ovvero che le persone salvate siano portate nei Paesi sicuri più vicini, come l’Italia, e che non chiedano asilo nel Regno Unito”. Invece di rinfacciargli di aver causato lui l’ondata di migranti con le sue guerre coloniali in Africa, e col sostegno dato da Londra ai terroristi islamici dell’ISIS, Renzi ha incassato col suo immancabile sorriso ebete, sostenendo che “il vertice è stato un grande passo in avanti per l’Europa”. In realtà, pur essendo stato raddoppiato il numero di navi che dovrebbero scoraggiare gli sbarchi, e salvare i profughi, l’operazione Triton (in cui è coinvolta tutta l’Unione Europea) è un terzo di Mare Nostrum, che era solo italiana. Da quanto l’Europa “ci aiuta” aumentano gli sbarchi, e soprattutto è aumentato il numero di vittime innocenti. C’è da chiedersi se non si tratti di un piano genocida voluto, e non casuale.

I responsabili di questa situazione, insostenibile per il nostro paese, hanno nomi e cognomi, a partire da Barack Obama e Cameron: le loro guerre illegittime in Libia e Siria hanno aperto le porte ai terroristi dell’ISIS, da cui fuggono milioni di persone soggette a torture inimmaginabili. Il sostegno finanziario e logistico dato ai mercenari dello Stato Islamico dalla Gran Bretagna, dal Regno Saudita e dal Qatar, alleati degli Stati Uniti, è connesso al nucleoel del rapporto della commissione d’inchiesta sull’11 settembre , che, nonostante le solenni promesse elettorali di Obama, è ancora censurato dalla Casa Bianca (parliamo delle ormai famose 28 pagine sul ruolo dell’Arabia Saudita, di cui il Sen. Graham ha chiesto la pubblicazione [vedi]). In questo quadro, occorre ricordare che fu insabbiato con scandalo anche quanto si sa dell’assassinio dell’ambasciatore americano Stevens, ucciso l’11 settembre 2011 a Bengasi, in Libia, da terroristi islamici che Obama raffigurò come popolani colti in una “reazione spontanea”.

Anche gli attentatori alla sede di Charlie Hebdo, a Parigi, avevano connessioni con i gruppi di terroristi, presentati come “ribelli” nel conflitto contro il governo siriano e come tali sostenuti da Stati Uniti e Regno Unito, presto confluiti nello “Stato Islamico”. Come ha dichiarato il Presidente siriano Assad in un’intervista alla TV francese France2, l’ISIS è stato creato dagli americani, a partire dalla presidenza di Bush, nel 2006: “Non sono in Iraq, non ero in Iraq e non controllavo l’Iraq. Gli americani controllavano l’Iraq, e l’ISIS è arrivato in Siria dall’Iraq, per poi estendersi in Siria, in Iraq, in Libia, in tutta la regione. (…) La coalizione contro il terrorismo non può essere formata da Paesi che sostengono al contempo i terroristi.”

Ha quindi ragione LaRouche quando sostiene che “Obama conduce una politica di genocidio, evidenziata dai naufragi di massa nel Mediterraneo”. Quanto all’Europa, la politica coloniale britannica, che vede nell’Africa solo un fornitore di materie prime, e conta su “guerre, carestie ed epidemie” per decimare la popolazione, è evidentemente condivisa anche da Francia e Germania, che hanno deciso che se ci sarà davvero un flusso migratorio di un milione di persone, sarà solo un problema dell’Italia e della Grecia, mentre l’Europa centrale e settentrionale si rinchiude nel suo “splendido isolamento”. La stessa Troika (UE, BCE e Fondo Monetario Internazionale) che ha condannato la Grecia alla fame con le sue inaccettabili condizioni sul debito, condanna ora l’Italia a farsi carico da sola di tutti i migranti in arrivo. Non dimentichiamo che quando era ancora Presidente, Nikolas Sarkozy arrivò a chiudere le frontiere tra Francia e Italia, per impedire ai migranti di ricongiungersi con le loro famiglie in Francia, una misura che non si vedeva dalla prima guerra mondiale.

editoriale_migranti_750x310

Il vertice d’emergenza del Consiglio d’Europa non ha cambiato una virgola a questa politica di genocidio, come evidenziano le spudorate dichiarazioni di Cameron. La soluzione non è certo quella di bombardare i barconi dei trafficanti, bensì:

  1. tagliare immediatamente i fondi e i rifornimenti ai terroristi dello “Stato Islamico”, cui provvedono il Regno Unito, l’Arabia Saudita e il Qatar con la complicità americana, mettendo così fine alla causa primaria delle migrazioni di massa: il regno del terrore creato dal “califfato islamico”.
  2. Identificare e arrestare le reti di trafficanti e scafisti, mettendo a nudo tramite un serio lavoro di intelligence i loro possibili collegamenti con le reti più propriamente terroristiche.
  3. Adottare una politica di pace e sviluppo economico nel Mediterraneo e nell’Africa, come quella proposta due anni fa da MoviSol (vedi), per eliminare le cause economiche dei flussi migratori e al contempo rilanciare l’occupazione produttiva in Europa.

Senza queste misure urgenti, anche le poche navi in più “generosamente” fornite da Gran Bretagna, Francia e Germania in cambio del loro menefreghismo nei confronti dei profughi, non risolveranno il problema.